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Scudo antispread, Bce si difende alla vigilia del verdetto della Corte tedesca

"Se il programma di acquisto dovesse essere ritirato questo avrebbe conseguenze notevoli". Domani i magistrati tedeschi esaminano i ricorsi euroscettici
Scudo antispread, Bce si difende alla vigilia del verdetto della Corte tedesca
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”Vale un principio generale: nessuna istituzione agisce in uno spazio vuoto: se il programma di acquisto dovesse essere ritirato questo avrebbe conseguenze notevoli”. Lo ha detto il componente del board della Bce Joerg Asmussen  al quotidiano tedesco Bild alla vigilia del giudizio della Corte Costituzionale tedesca  sulla legittimità del programma Omt di aiuti ai Paesi Ue in crisi, cioè lo scudo anti spread annunciato da Draghi nel settembre 2012.

Asmussen è atteso a Karlsruhe, in sostituzione di Mario Draghi, l’11 e il 12 giugno, quando la Corte esaminerà i ricorsi presentati dagli euroscettici contro la politica di Francoforte di sostegno con liquidità illimitata ai titoli sovrani dei Paesi europei in difficoltà. “Io ho grande rispetto della Corte e non darò alcun consiglio a una istituzione indipendente”, aggiunge.

Il verdetto è stato anticipato nel fine settimana da indiscrezioni della stampa tedesca che tra le varie cose hanno parlato di un tetto allo scudo, ma la Bce ha ribadito che, nel caso in cui venga attivato, la potenza di fuoco a disposizione del programma è illimitata e senza un tetto. Secondo Asmussen, che davanti ai magistrati  sosterrà le ragioni dell’Eurotower, i mercati “hanno compreso” il messaggio dell’Omt senza che la banca centrale abbia comprato un solo bond.

Il delegato di Draghi, in risposta alle critiche frontali provenienti da settori della politica ed economia tedesca oltre che ai dubbi della Bundesbank, definisce il programma “economicamente necessario, legalmente permesso e efficiente nel suo impatto”. Il banchiere ricorda come lo scorso anno a fine luglio quando Draghi pronunciò a Londra la famosa frase (la “Bce è pronta a salvaguardare l’euro con ogni mezzo”) l’Eurotower “era la sola istituzione europea pienamente capace di agire” ed evitare il collasso dell’euro.

Un’azione che ha funzionato e che ha rapidamente fatto allontanare l’idea di una dissoluzione della moneta unica nonostante nessun Paese abbia poi chiesto gli aiuti. Forse, dicono i critici, perchè le condizioni imposte in termini di sacrifici e perdita sovranità erano troppo pesanti. Da Francoforte si rintuzzano poi le voci, contenute in un articolo del quotidiano Faz, di un tetto al programma Omt, contrariamente a quanto sempre detto da Draghi, quantificato dal quotidiano in 524 miliardi di euro, pari alla somma dei bond (con scadenza 1-3 anni) di Spagna, Irlanda, Italia e Portogallo. “Non ci sono limiti ex ante” si sottolinea dall’Eurotower riproponendo, come risposta al quotidiano, il comunicato sui dettagli tecnici del programma diffusi nel settembre 2012.

Di sicuro l’effetto deterrente dell’Omt (aiutato da ultimo dall’allentamento monetario del Giappone) ha funzionato. I rendimenti dei titoli di stato dei paesi periferici sono scesi così parecchio da allora. Basti pensare che ora lo Spread fra Btp e Bund viaggia attorno ai 266 punti contro i 550 di un anno fa. Si tratta di un livello ancora troppo alto per un economia in recessione come la nostra, ma il collasso è stato evitato.

Nella conferenza mensile di giovedì 6giugno Draghi ha sposato comunque la linea del rigore ribadendo ai Paesi di andare avanti con le riforme e di non ascoltare le sirene di chi vuole riattivare la crescita tornando a fare deficit e debito. Si teme che la pausa relativa dei mercati abbia fatto rilassare i governi negli impegni di rientro e che le critiche alla politica di austerità forzosa dal mondo accademico e dall’Fmi si traducano poi in un nuovo deragliamento. “Prima o poi si è puniti dai mercati” se si fa crescita creando debito all’infinito ha detto lapidario il presidente della Bce e a quel punto il solo spauracchio dell’Omt non servirà, forse, più ma il paese sotto attacco dovrà chiedere la sua reale attivazione subendo “le strette condizioni” pretese da Francoforte.

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