Tempi duri per gli eurodeputati razzisti. Dopo la querelle su Mario Borghezio, autosospesosi dal gruppo euroscettico di estrema destra Efd e in attesa di essere espulso, ora nei guai potrebbe finire Marine Le Pen: leader del Front national francese che a Strasburgo siede nel gruppo dei Non-iscritti. Secondo un’indiscrezione della Bbc, la Commissione libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo ha votato questa settimana con scrutinio segreto, e a grande maggioranza, a favore della revoca dell’immunità parlamentare per la figlia di Jean-Marie Le Pen. E una volta ratificata la decisione con il voto dell’Europarlamento – “una formalità” lo definisce la Bbc – Marine Le Pen sarà processata in patria per istigazione all’odio razziale, per aver paragonato nel 2010 le preghiere musulmane in strada all’occupazione nazista del suolo francese.

Se in Italia la magistratura non si è ancora attivata nei confronti di Borghezio, e solamente alcune associazioni Rom e Sinti ne hanno chiesto l’incriminazione per motivi razziali, dopo che l’eurodeputato leghista lo scorso aprile aveva definito la Giornata internazionale del popolo Rom come “la giornata del fancazzismo con contorno del festival dei ladri”. A livello continentale qualcosa si muove. E nel 2011 la procura di Lione ha aperto un procedimento dopo che l’anno prima, rispondendo durante un comizio a chi utilizzava la resistenza francese per contestarla, Marine Le Pen disse appunto che “a proposito di Seconda guerra mondiale la similitudine deve essere fatta tra l’occupazione nazista e quella islamica”, riferendosi ai musulmani che per mancanza di spazio nelle moschee si trovavano costretti a pregare nelle strade.

Una frase in perfetto stile ‘borgheziano’, cui però la pancia della Repubblica francese sembra avere dato ascolto, se è vero che nel 2011 a Parigi è stato istituito il divieto di pregare in strada per i musulmani. E alle ultime elezioni presidenziali Marine Le Pen ha preso il 18% dei voti: confermandosi terza forza del Paese appena dietro Hollande e Sarkozy. Meno del clamoroso ballottaggio conquistato dal padre nel 2002, ma pur sempre un ottimo risultato in un paese dove i 6 milioni circa di cittadini di religione islamica (quasi il 10% della popolazione) sono spesso al centro del discorso politico. Alle farneticazioni xenofobe della leader del Fn ha però dato ascolto anche la procura di Lione che nel 2011, a seguito della denuncia di alcune associazioni per i diritti civili, ha aperto la pratica per istigazione all’odio razziale.

 Una volta arrivato il fascicolo sulla scrivania del giudice istruttore questi si è però visto opporre l’immunità parlamentare europea. Così a dicembre 2012 un portavoce del ministero della Giustizia francese ha confermato la richiesta a Strasburgo di revoca dell’immunità. E questa settimana è arrivato il voto favorevole della commissione giustizia di Strasburgo. La decisione poggia su precedenti che coinvolgono sempre rappresentanti del Fn. Due volte l’immunità è stata tolta a Bruno Gollnisch, il grande avversario di Marine Le Pen nella battaglia per la successione, e una volta proprio al patriarca e fondatore Jean-Marie, quando diversi anni fa definì le camere a gas “un piccolo inconveniente”.

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