“Non mi è stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga. Povera Italia”. Così Silvio Berlusconi commenta in una nota la richiesta di pena presentata da Ilda Boccassini nella sua requisitoria al processo Ruby: 6 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici.

E il Pdl, a partire dagli “onorevoli-avvocati” fa quadrato attorno a lui. “A Milano ci aspettiamo di tutto”. A dirlo è l’avvocato Nicolò Ghedini, sottolineando che “è una richiesta molto alta, altissima se rapportata al fatto storico contestato”. Mentre Fabrizio Cicchitto del Pdl ha dichiarato: “E’ mai possibile che questi cultori così appassionati e talora spesso cosi fanatici dell’uso politico della giustizia vogliano basare la loro intenzione di rivoluzionare la vita politica italiana attraverso l’assassinio per via mediatico-giudiziaria del leader del centrodestra”. E ha aggiunto: “Tutta l’arringa è insieme il segno della inattendibilità e della decadenza della dottoressa Boccassini”.

Duro anche il commento della senatrice Pdl Alessandra Mussolini. ”Continuano gli scandali e le violenze giudiziarie contro Berlusconi”, ha detto. “L’unico obiettivo è la cancellazione del Cavaliere alla quale, tuttavia, già è stata data la risposta. Berlusconi non si farà mai da parte e il Popolo della Libertà lo sosterrà sempre”. Per il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, prosegue invece il “tentativo della cancellazione di un leader che non si riesce a battere per via elettorale e democratica. Non siamo sorpresi, ma siamo sempre più convinti che si tratti di un’offensiva inaccettabile”.

Già stamattina fioccavano i commenti dei ministri berlusconiani. “Vediamo quello che dice, vediamo come lo dice, ricordandoci che è la valutazione di una parte…”, ha avvertito Francesco Nitto Palma, neo presidente della commissione giustizia del Senato, riferendosi alla requisitoria del pm Ilda Boccassini. Mentre il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, ha precisato che “da ministro non commento sentenze, né requisitorie, ma sono convinta che Berlusconi dimostrerà la sua innocenza”. Non si è fatta attendere la reazione del Tribunale di Milano. ”Il luogo del processo, come vuole il codice e la regola di civiltà e democrazia, è l’Aula di giustizia nella dialettica tra accusa e difesa davanti al giudice”: parola del procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, che ha diramato una nota ufficiale sulla questione e sulle polemiche, definite “pretestuose” e su cui la Procura “non è intervenuta e non interverrà” perché si tratta di “attacchi delegittimanti contro questo ufficio del pubblico ministero”.

Non solo. Bruti Liberati ha anche precisato che nel procedimento in cui è imputato Silvio Berlusconi “la Procura di Milano ha presentato oggi le conclusioni sulla base di una scrupolosa valutazione del complesso delle prove formate nel pubblico dibattimento in contraddittorio tra le parti. Le richieste di pena – ha proseguito il procuratore – derivano dall’applicazione, nei limiti fissati dalla legge, dei criteri indicativi della gravità dei reati previsti dall’art.133 del Codice penale”. Dal centrosinistra l’unico commento di peso è stato quello di Massimo D’Alema, che ha legato la richiesta di Ilda Boccassioni alla contingenza politica. “Penso che il governo non possa far dipendere il proprio destino da una sentenza, anche perché forse ce ne saranno altre, penso alle inchiesta di Napoli sulla compravendita di parlamentari” ha detto l’esponente Pd, che ha invitato il governo ad occuparsi “dei problemi degli italiani e non dei processi di Berlusconi, a cominciare dal lavoro“. Alla domanda se il Pdl manterrà fede alla promessa di non far cadere il governo in caso di condanna di Berlusconi, D’Alema ha sottolineato che “Questo lo vedremo, è una prova di maturità. Il Pdl ha dichiarato che non farà cadere il governo sui processi di Berlusconi – ha aggiunto l’ex presidente del Copasir – Vediamo se sarà coerente; altrimenti credo che gli italiani non saranno contenti di loro”. D’Alema ha detto poi di apprezzare la decisione presa a Spineto sul divieto di partecipazione dei ministri a comizi o a iniziative puramente elettorali di partito: “Spero sia rispettata. E’ una decisione efficace dopo quello che è accaduto a Brescia”.

A fare discutere è soprattutto un passaggio citato dalla Boccassini, secondo cui Ruby ”aveva una furbizia orientale, i genitori non riuscivano a tenerla a freno e lei sfruttava a proprio vantaggio l’avvenenza fisica e il fatto di raccontare la storia della povera musulmana scappata da un padre-padrone”. La critica più dura è arrivata da Souad Sbai, giornalista e presidente dell’Associazione delle donne marocchine in Italia. “Furbizia orientale, a patto che il Marocco si trovi in Oriente invece che in Nord Africa e quindi nel Mediterraneo, è un termine che non è nella maniera più assoluta accettabile”, ha scritto in una nota. “L’accostamento fra un’ipotesi di prostituzione e una specifica etnia o cultura è gravissimo: non tutte le donne orientali o arabe tengono atteggiamenti come quelli di cui si sta dibattendo nel processo”.

L’affermazione della Boccassini ha sollevato critiche anche all’interno del Pdl. ”Boccassini parlava come procuratore della Repubblica italiana e chiede sentenze in nome del Popolo Italiano”, ha detto il senatore Lucio Malan. “Il popolo italiano non è razzista e la Costituzione della Repubblica di cui la dott.ssa Boccassini è procuratore, bandisce ogni distinzione di razza”. Mentre il coordinatore del Pdl Sandro Bondi ha attaccato il magistrato milanese dichiarando che ”chi conosce Berlusconi sa che le ricostruzioni della Boccassini sono cose da romanzo d’appendice“. E ha aggiunto: “Spero perciò che i giudici, chiamati ad appurare e verificare i fatti secondo verità e coscienza, non si lasceranno influenzare da accuse lontane anni luce dalla realtà”.

Nel frattempo, davanti al palazzo di Giustizia di Milano, si è formato un piccolo presidio, composto da cinque o sei persone, a favore di Ilda Boccassini. Davanti all’ingresso di via Manara una donna tiene in mano un cartello con su scritto “Boccassini avanti tutta, l’Italia onesta è con te”, mentre un uomo regge un cartellone che recita: “Berlusconi hai disonorato dignità e valori della nostra Italia, dimettiti!”. Altre persone tengono in mano la Costituzione e un’altra ancora ha un cartello dove si legge “Berlusconi resti in politica per continuare a delinquere”.

Davanti al palazzo c’è anche Efe Bal, trans di origini turche. Il suo cartello di protesta si somma a quello dei sostenitori della magistratura, ma spicca sugli altri per l’esclusività del contenuto: “Sono una prostituta, voglio pagare le tasse e voglio una pensione”. La trentenne, autrice del libro “Quello che i mariti non dicono. Confessioni di un trans” dice di non conoscere le ragazze del processo Ruby, ma di aver scelto l’esterno del palazzo di giustizia proprio per la presenza di tanti giornalisti e perché “queste ragazze sono considerate da tutti prostitute”.

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