Aggredita e sfigurata. Lucia Annibali, avvocato di 35 anni originaria di Urbino, appena rientrata in casa ha trovato un uomo che le ha gettato in faccia un contenitore pieno di acido. Prima di essere trasportata all’ospedale di Parma, la donna ha però sussurrato un nome. Un indizio che i carabinieri di Pesaro hanno seguito fino a trovare un uomo, Luca Varani, 35 anni, anche lui avvocato e collega di Lucia.

Ora Varani è in stato di fermo per concorso in lesioni volontarie gravissime. L’accusa è di aver chiesto a un altro uomo di gettare l’acido in faccia alla collega con la quale Varani aveva avuto una relazione sentimentale, poi troncata dalla donna. In realtà, le forze dell’ordine cercano due complici, due albanesi ritenuti esecutori materiali dell’aggressione.

I due albanesi avrebbero avuto contatti con Varani per via della professione di quest’ultimo, avvocato specializzato in infortunistica e iscritto all’Ordine di Rimini. Inoltre, non avrebbero nulla a che fare con un albanese che di recente era stato fermato dalla polizia in centro a Pesaro: l’uomo aveva con sé una bottiglia di acido di cui non aveva saputo giustificare il possesso e che aveva fatto cadere accidentalmente sul piede di un agente.

Per il 19 aprile, intanto, è stata fissata davanti al gip l’udienza di convalida del fermo di Varani a cui dovrebbe essere presente anche il pm Monica Garulli che chiederà tra l’altro una perizia per valutare il potenziale nocivo dell’acido e quindi una nuova, più grave ipotesi di reato: da lesioni volontarie gravissime a tentato omicidio. L’avvocato dell’indagato, Roberto Brunelli, non ha ancora incontrato il suo assistito perché il magistrato ha imposto il divieto di colloquio.

L’interrogatorio di Varani è stato lungo. L’uomo ha spiegato al pm Garulli della procura di Pesaro di avere un alibi: alle 21:35 circa, mentre Lucia Annibali veniva aggredita e sfigurata, lui stava giocando, secondo il suo racconto, una partita di calcetto di terza categoria. La squadra, ha spiegato l’indagato, è allenata da un maresciallo dei carabinieri e tra i giocatori c’è anche un sovrintedente di polizia. Due testimoni “di peso” che, evidentemente, Varani vorrebbe giocarsi come jolly a sostegno del suo alibi. Peccato però che per gli investigatori Varani sia il mandante dell’aggressione e che solo per questo non si trovasse nel luogo dove Lucia è stata sfigurata.

I due avvocati avevano avuto una relazione poi troncata dalla donna. Varani, che non aveva mai accettato il rifiuto, aveva tentato di tutto per riallacciare il rapporto. Tuttavia, non risulta che Lucia l’avesse formalmente denunciato per stalking dopo la fine della loro relazione, anche se la donna aveva sporto denuncia per un tentativo di furto con scasso nella propria abitazione di via Rossi a Pesaro. Di recente i vicini avevano visto l’uomo aggirarsi nell’androne del palazzo e nel garage. 

Lucia Annibali è ricoverata in prognosi riservata nel centro grandi ustionati dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Rischia di perdere la vista, e ha ustioni su gran parte del corpo. Le è stato prelevato un lembo di pelle in vista di un autotrapianto di cute.

“Lucia aveva paura, tanto che spesso si faceva venire a prendere quando si usciva insieme”, racconta un suo amico, Roberto Biagiotti, consigliere comunale di minoranza a Pesaro. Secondo l’amico, Lucia era spaventata dalla presenza assidua dell’ex, che, nonostante la relazione finita e nonostante la nuova compagna incinta, “passava spesso in auto davanti casa di Lucia o vi sostava”.

Sulla vicenda è intervenuta il ministro del Welfare, Elsa Fornero. “Ogni atto di violenza contro le donne da chiunque ed ovunque sia commesso è un crimine che impedisce il godimento dei diritti e delle libertà fondamentali dell’intera collettività: a tutti noi spetta il compito di intervenire”. E “riflettere sull’arretratezza culturale di un certo mondo maschile che ancora ha una visione arcaica basata sul possesso in nessun modo più accettabile”.

Il Comitato per le Pari opportunità presso l’Ordine degli Avvocati di Ancona, oltre a esprimere solidarietà alla collega, sta valutando la possibilità di chiedere di essere ammesso come parte civile nel processo penale “che vede persona offesa la collega, trattandosi certamente di violenza di genere perpetuata nei confronti di un’avvocata”.

Solidarietà alla donna è stata espressa anche dalla deputata democratica Alessia Morani: “Sento il dovere, anche come collega di Lucia, di chiamare le istituzioni a un’assunzione di responsabilità e a un’azione immediata per l’approvazione del disegno di legge sul femminicidio su cui c’è un ingiustificabile ritardo”.

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