“Ma voi lo avete letto il libro di Andrea Ichino?”. Questa la domanda d’esordio verso i professori dell’Università di Bologna che tentavano di entrare. Poi il blocco, il cordone e uno striscione emblematico: “Lo studente non è un conto corrente. No all’università azienda”. Hanno reagito così gli studenti del collettivo universitario autonomo alla lezione magistrale di Andrea Ichino, autore del contestato Facoltà di scelta – L’università italiana salvata dagli studenti – Una modesta proposta, economista dell’Università di Bologna, bocconiano di ferro e fratello del più noto Pietro, da poco passato dal Pd alle file di Monti.

“Andrea Ichino vuole distruggere l’università, alzare le tasse agli studenti e sostituire le borse di studio con prestiti da ripagare lavorando. Non tolleriamo che si dia parola a un personaggio del genere”. Questa la motivazione della protesta. Cinquanta ragazzi e ragazze che hanno dato vita a un corteo selvaggio per le vie del centro città, bloccato il traffico e poi tentato di entrare nell’aula magna dove si teneva la cerimonia. Inutilmente, perché le entrate principali erano sbarrate, e una porta secondaria difesa da polizia e carabinieri con scudi e manganelli. “Almeno ci faremo sentire allora”.

E via con fischietti, trombette, cori, urla e anche molti insulti all’indirizzo dell’economista. A rimanere fuori non solo gli studenti, ma anche una manciata di docenti ritardatari, costretti a saltare la cerimonia. Con loro anche una decine di coristi, attesi in università ma impossibilitati ad entrare. “Tutte le porte sono sbarrate, abbiamo provato a spiegarglielo ma non ci aprono”, spiega una signora sulla cinquantina prima di andarsene. La manifestazione degli universitari è continuata fino alle 18 ed è terminata con un lancio di uova contro il cordone di polizia e carabinieri. “Hanno chiuso l’università – ha concluso al megafono un attivista – l’hanno riempita di celere, e per giunta hanno dato parola a un docente che vuole trasformarla in una banca. Vergogna, non vogliamo avere niente a che fare con queste persone”.

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