Una festa universitaria organizzata in un locale notturno, in Brasile, si è trasformata in un massacro di ragazzi e ragazze. Il numero dei morti in un incendio in un night nel sud a Santa Maria, a 260 chilometri da Porto Alegre, è stato lievissimamente ridimensionato a 231 – dopo che era stata diffusa la notizia che il bilancio era di 245 mortimentre i feriti sono 117 di cui alcuni gravissimi. Nel ‘Kiss‘ erano presenti 2.000 giovani quando uno spettacolo di fuochi d’artificio ha scatenato un incendio. Si tratta della più grave tragedia dello Stato di Rio Grande do Sul. Se il numero di morti dovesse confermato è confermato si tratta della strage più sanguinosa della storia dentro un discoteca, peggiore di quella che 10 anni fa negli Usa, in Rhode Island, causò un centinaio di morti. 

La polizia ha lavorato per ore nel locale, cercando di ricostruire le circostanze dell’accaduto e recuperando i corpi. “Lavoro da più di 40 anni tra i pompieri e non ho mai visto nulla di simile”, ha raccontato il comandante dei Corpo dei Vigili del fuoco di Santa Maria, colonnello Moises da Silva Fuchs, in un’intervista a Radio Gaucha. Per accogliere le salme e poi identificarle, è stato utilizzato il centro sportivo comunale. Una fonte dell’esercito, il tenente colonnello che è anche consigliere comunale, John Vargas, ha raccontato che le persone, in preda al panico, hanno cercato la porta di uscita, vicina al bagno: “Quasi tutti sono morti per asfissia. Nel tentativo disperato di uscire, le persone sono state ritrovate nel bagno, una sull’altra, quasi fino al tetto”.

Ieri al Kiss era in programma l’esibizione di due gruppi musicali locali – Pimenta e Seus Comparsas e Gurizada Fandangueira – ed un’esibizione pirotecnica (un bengala o un razzo), che sarebbe stata la causa della carneficina. Secondo una fonte della sicurezza, altre persone sono state invece calpestate: “Tutti volevano uscire nelle stesso momento e molta gente è morta propria cercando la via di uscita”. Tutti gli ospedali della regione sono stati allertati per ricevere gli ustionati e feriti, alcuni gravissimi. Secondo le prime informazioni, sembra che l’incendio sia iniziato intorno alle 2.30 di notte, quando il cantante della zona ha incendiato un bengala sul palco: le fiamme hanno raggiunto il tetto insonorizzato in polistirolo e si sono rapidamente propagate. “Molte persone”, ha raccontato un vigile del fuoco, “sono svenute a causa del fumo tossico prodotto dal materiale bruciato”. Alcuni testimoni hanno raccontato che gli addetti alla sicurezza abbiano chiuso le uscite per evitare che entrasse gente senza pagare.

Le fiamme, violentissime, sono state domate dai vigili del fuoco solo dopo tre ore: secondo la stampa, il locale aveva solo un ingresso ed i pompieri hanno dovuto aprire buchi nelle pareti per poter intervenire. Le prime foto della tragedia, riprese con cellulari, mostrano immagini impressionanti di corpi di giovani stesi per terra dai pompieri fuori dalla discoteca. L’incendio della discoteca Kiss ricorda, per la sua dinamica, quello di Republica Cromagnon, un locale notturno di Buenos Aires nel quale 194 persone sono morte e altre 1.432 sono rimaste ferite in un incendio divampato il 30 dicembre 2004, a causa dell’uso di materiale pirotecnico all’interno del locale e delle misure di sicurezza insufficienti. 

Sul posto, dopo l’allarme, sono interventi i vigili del fuoco, la polizia militare, la polizia stradale e anche alcuni volontari. I testimoni che hanno lasciato il club incolumi hanno parlato di momenti di grande tensione perché il locale avrebbe avuto una sola porta di uscita. Così quando una densa nube di fumo si è sviluppata, perché l’isolante acustico che ricopriva le pareti del locale ha preso fuoco, le persone hanno perso il controllo. Una scintilla avrebbe colpito la schiuma fonoassorbente e la diffusione dell’incendio è stato immediato. I feriti sono stati portati negli ospedali Università, Esercito, e Carità per la Salute Casa Santa Maria. I vigili del fuoco chiedono che le famiglie che cercano informazioni di andare nelle strutture sanitarie. 

Il governatore ha espresso su Twitter il dolore per questa strage. “E’ una domenica triste. Stiamo adottando misure adeguate”.  Santa Maria, non lontana dal confine con Argentina e Uruguay, è una delle principali città studentesche del Brasile, con una popolazione di circa 250mila abitanti. Il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha interrotto la sua visita in Cile e rientrerà immediatamente in patria. La Rousseff era a Santiago del Cile per seguire i lavori della seconda e ultima giornata del vertice tra Ue e la Comunità degli Stati Latinoamericani e caraibici. In un conversazione telefonica ha offerto “tutto l’aiuto necessario” per far fronte alla tragedia al governatore dello Stato, Tarso Genro. “Siamo tutti uniti nella tragedia e, necessariamente, supereremo questo momento” ha detto Rousseff quasi in lacrime. a parte sua, l’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha espresso “solidarietà agli amici e ai parenti” delle vittime. Intanto l’Unità di crisi della Farnesina, attraverso il Consolato generale di Porto Alegre, sta verificando la presenza di cittadini italiani. 

Dai primi accertamenti è emerso che il locale aveva le carte in regola con le autorità municipali. Il responsabile dei pompieri di Santa Maria, Moises Fuchs: “Il permesso era scaduto dall’agosto del 2012, perché nel locale bisognava fare lavori per cambiare la segnaletica interna ed aprire un’uscita d’emergenza”, ha detto Fuchs in un’intervista alla radio Jovem Pam.

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