Il 15 febbraio il mondo non finirà ma il pianeta seguirà con un po’ di apprensione il passaggio di ‘2012 DA14‘. Si tratta di un asteroide di 50 metri di diametro e 130.000 tonnellate di peso che di fatto sfiorerà la Terra. Secondo le previsioni passerà così vicino alla superficie (35.942 chilometri) da attraversare il cosiddetto ‘anello satellitare’; la zona a quasi 36mila chilometri di altezza dove orbitano migliaia di satelliti geostazionari e non si può escludere che ne centri qualcuno. Il corpo celeste entrerà in quella fascia in cui sono posizionati i satelliti artificiali per mantenere una posizione fissa rispetto alla Terra. 

Anche l’asteroide Apophis prosegue la sua corsa e si avvicina alla Terra. Il 9 gennaio alle 12.43, ora italiana, l’asteroide raggiungerà la distanza minima di 15 milioni di chilometri dal nostro pianeta, ma senza alcun rischio di collisione. “Si tratta di una distanza di tutta sicurezza – commenta l’astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope – .Va notato però che prima del 2029, anno del passaggio ‘record’, Apophis non arriverà più così vicino a noi”.

Questa enorme roccia vagante, larga circa 300 metri, venne scoperta il 19 giugno del 2004 dal Kitt Peak National Observatory dell’Arizona e già all’epoca venne stimato che si sarebbero successivamente verificati altri tre incontri ravvicinati. Oltre a quello di questi giorni, Apophis passerà a circa 35mila chilometri dalla Terra nel 2029 e poi nel 2036. Passerà in una zona popolata dai satelliti geostazionari, ma secondo gli esperti della Nasa la traiettoria della roccia non li metterà comunque in pericolo. Qualche settimana fa anche un altro asteroide è passato “vicino” al nostro pianeta: 2011 Ag5 del tutto innocuo per noi.

In base ai dati scientifici che verranno raccolti nell’imminente avvicinamento dell’asteroide, sarà possibile calcolare con più precisione sia la traiettoria del 2029 che le probabilità d’impatto con la Terra nell’avvicinamento del 2036, già oggi considerate molto basse. Il 10 gennaio, alle ore 02:00, e il 21 gennaio alle 23:00 i responsabili del progetto Virtual Telescope mostreranno e commenteranno in diretta web il passaggio dell’asteroide, grazie alla rete di telescopi robotici accessibile via internet. 

Questi corpi celesti, preziosi per lo studio dello spazio, potrebbero essere “catturati”. Potrebbe essere possibile inviare un veicolo senza pilota nello spazio profondo per ‘catturare’ un asteroide e riportarlo indietro piazzandolo nell’orbita lunare. Secondo un rapporto del Keck Institute for Space Studies del California Institute of Technology, che lo ha compilato lavorando con diverse agenzie della Nasa, sarebbe possibile piazzare un asteroide così vicino alla Terra ne renderebbe molto più facile lo studio e persino la trivellazione. Lo studio propone di usare un razzo Atlas 5 per inviare un mezzo verso l’asteroide con una propulsione a ioni scaldati con la luce solare.  Una volta raggiunto l’obiettivo, che non deve essere più grande di 7 metri di diametro, un enorme ‘borsa’ lo dovrebbe incapsulare per metterlo nell’orbita lunare: “Una missione del genere – si legge nel rapporto -richiederebbe da sei a dieci anni, a seconda della distanza dell’asteroide, a un costo di oltre 2 miliardi di dollari, non molto maggiore di quello del rover Curiosity”

Articolo Precedente

Spazio, ricerca Usa: “Scoperto nuovo tipo di meteorite marziano ricco d’acqua”

next
Articolo Successivo

Vivisezione? Adesso l’Europa può dire no

next