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Rendiconti regionali, Monti firma il decreto. “Stop a vicende di peculato”

Nelle settimane scorse capigruppo e consiglieri nel Lazio, Lombardia e altre regioni sono stati coinvolti da inchieste che riguardavano l'uso del denaro pubblico. Con questo provvedimento si vuole assicurare la corretta rilevazione dei fatti di gestione e la regolare tenuta della contabilità
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Firmato il decreto che permetterà di “evitare il ripetersi delle vicende che hanno visto indagati per peculato capigruppo e consiglieri nel Lazio, Lombardia e altre regioni”. Il premier Mario Monti, rende noto palazzo Chigi, ha così dato il via libera al provvedimento “che recepisce le linee guida sul rendiconto” dei gruppi consiliari dei Consigli regionali approvate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, regioni e province autonome di Trento e Bolzano, per assicurare la corretta rilevazione dei fatti di gestione e la regolare tenuta della contabilità.

Il rendiconto deve in particolare evidenziare, in apposite voci, le risorse trasferite al gruppo dal Consiglio regionale, con indicazione del titolo del trasferimento e le misure adottate per consentire la tracciabilità dei pagamenti effettuati. Il rendiconto, una volta approvato dal gruppo, deve essere trasmesso, a cura del Presidente del Consiglio regionale, alla competente sezione regionale della Corte dei conti che esercita su di esso il controllo di regolarità. Grazie al rendiconto non sarà più possibile utilizzare le risorse pubbliche messe a disposizione dei gruppi per fini non istituzionali, evitando il ripetersi delle vicende che hanno visto indagati per peculato capigruppo e consiglieri nel Lazio, Lombardia e altre regioni.

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