“Buongiorno. Vorrei ritirare la cartella clinica del mio parto e quella di mio figlio”.

“Faccia la fila, faccia domanda, faccia una telefonata, poi ripassi. E paghi il ticket”.

“Buongiorno. Sono qui perché ho ritirato la cartella clinica del mio parto. Lei è la capo ostetrica, giusto? Da questa cartella si evince ben poco. E’ scritta male, compilata male, fotocopiata male, (ma ce l’avete messo l’inchiostro nella fotocopiatrice?), ci sono correzioni e modifiche. Ecco, vede, qui risulta una sola somministrazione di Riabal. Invece io sono certa che le somministrazioni siano state due. Due, sì, me lo ricordo”.

“E lei come fa a ricordarselo. Scusi se glielo dico, ma lei, in quel momento, era in travaglio”.

“Sì, appunto, ero in travaglio. Mica scema”.

“E va bene, magari le dosi sono state due. Ma a lei cosa le cambia?”.

“Mi cambia eccome. In primo luogo perché è necessario il mio consenso, e poi perché la seconda dose, somministratami solo 10 minuti prima che partorissi, sarà pure assente dalla mia cartella clinica, ma era ben presente nel sangue di mio figlio che per questo motivo è nato ipotonico, senza respiro, come svenuto. E’ stato prima ossigenato, poi intubato, poi ricoverato. Vado avanti?”.

“E lei come fa a dirlo che sia stato il farmaco?”

“Ad esempio perché contiene bromuro, perché “in gravidanza va somministrato solo in caso di effettiva necessità”, perché può dare “senso di stordimentosonnolenza” e perché “in caso di sovradosaggio possono comparire secchezza delle fauci”. Ecco, mio figlio era stordito e io avevo una bocca talmente secca da non riuscire a parlare. Ora, secondo lei,come mai questa seconda dose è sparita dalla mia cartella clinica? E comunque la questione è un’altra. Io avevo il diritto di sapere quale farmaco stessi assumendo”.

“Beh, ehm… mi faccia vedere… allora, bah, qui leggo cordone ombelicale corto e poi magari il suo è stato un parto veloce….

“Nove ore. Gravidanza fisiologica, travaglio fisiologico, nessun segno di sofferenza fetale. Almeno fino alla seconda dose del farmaco. Ma allora stava per nascere e non ero più sotto monitoraggio. Non so se mi spiego”.

“Insomma, queste cose succedono. Se ne faccia una ragione. Torni a casa e chiuda questo capitolo”.

La violenza sulle donne può avvenire anche al momento del parto e può avere mille facce e mille ripercussioni. Può essere una violenza fisica, quando ci viene imposto un determinato tipo di parto e praticati tagli ed episiotomie dolorosissime, può essere una violenza psicologica, nel farci sentire inadeguate, inette, incapaci di scegliere, di intendere, di volere e persino di ricordare, può essere una medicalizzazione forzata che comporta anche la somministrazione di un farmaco senza la nostra volontà. Può essere, ed è forse il più grave dei casi, una violenza che si riflette sul bambino, sulla sua nascita e sulle sue condizioni di salute.

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una giornata che il neo nato movimento Freedom for Birth – Rome Action Group ha deciso di celebrare ponendo per la prima volta l’attenzione su una forma di violenza diffusa ma poco riconosciuta, perché mascherata dietro lo spauracchio dell’intervento “necessario”: la violenza al momento del parto.

Proprio per questo Ffb-Rah, in quanto movimento attivista che promuove la libertà di scelta e il rispetto dei diritti umani delle donne anche durante il travaglio, ha scelto la data del 25 novembre per lanciare l’iniziativa Libere di scegliere: la violenza sulle donne può avvenire anche al momento del parto.

Un’intera giornata di riflessioni, dibattiti, filmati, testimonianze e rappresentazioni teatrali per affrontare il tema della nascita non violenta, per dire che dal rispetto non si può prescindere e per invitare le donne a scegliere il modo per loro più consono di diventare madri: con un parto naturale o medicalizzato, purché frutto di una scelta consapevole. “Libere di scegliere” si terrà a Roma, nel contesto della Città dell’Altra Economia (Largo Dino Frisullo, zona Testaccio) il 25 novembre dalle 10.30 alle 17. Nel corso della giornata verrà allestito un video-box per raccogliere le testimonianze per dare alle donne la possibilità di raccontarsi.

Per informazioni                    
Freedom for birth – Rome Action Group
Email: freedomforbirth.rag@gmail.com
Facebook:  Freedom For Birth – Rome Action Group
Blog: http://freedomforbirthromeactiongroup.blogspot.it

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