Il mondo FQ

Diffamazione, (non) ce lo chiede l’Europa

Icona dei commenti Commenti

Lo vuole l’Europa! Il grido di battaglia risuona imperioso ogni qual volta si tratta di far passare, magari a colpi di fiducia, una qualsiasi misura restrittiva. Cambiare lo Statuto dei lavoratori? Lo vuole l’Europa!
Ridurre lo stato sociale? lo vuole l’Europa! Alzare l’età pensionabile? Idem come sopra.

Lo stesso grido, tuttavia, è risuonato nelle aule del Senato per invocare il carcere per i cronisti: lo vuole l’Europa!
Purtroppo per gli imbavagliatori, in questo caso, l’Europa ha ritrovata la sua voce e, a stretto giro di posta, ha tirato una mazzata al legislatore di casa nostra.

“…Mantenere il carcere per i giornalisti sarebbe gravissimo per l’Italia che si porterebbe fuori dagli standard comunitari sulla diffamazione ed invierebbe un messaggio negativo ad altri paesi in cui la libertà dei media è minacciata seriamente…”. Il giudizio, inequivocabile, viene dal Consiglio d’Europa, dal commissario per i diritti umani Nils Muiznieks.

Prima di questo voto l’Italia occupava stabilmente una delle ultime posizioni in materia di libertà dei media. Sono riusciti a fare di peggio, oggi l’unico paragone possibile è con l’Ungheria, paese sotto osservazione in materia di diritti civili e libertà di informazione.

I senatori che hanno votato quella norma possono dire quello che vogliono, ma non questa volta “non lo voleva neppure l’Europa”: lo volevano e lo vogliono solo loro!

Se questa legge, comunque camuffata, dovesse essere riproposta sarà bene non tornare a coltivare l’illusione che ne possa uscire alcunché di utile per i diffamati e per i cronisti; in questo contesto qualsiasi testo avrà il solo obiettivo di consumare una vendetta contro quei pochi cronisti che non si sono mai stancati di denunciare malaffare, collusioni, corruzione, mafie e camorre.

Prima sarà affossato e in via definitiva e meglio sarà per tutti, mai come in questo caso: lo vuole davvero l’Europa!

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione