Come le polemiche contro Grillo non influiscono nei sondaggi, i diktat e le scomuniche interne rafforzano i consiglieri regionali e comunali stessi. In Emilia la base del Movimento 5 stelle viaggia da sola, fuori dal solco tracciato da Beppe Grillo, e conferma la fiducia a Giovanni Favia, il consigliere regionale inciampato in un fuorionda, in cui denunciava lo strapotere di Gian Roberto Casaleggio. E poco importa se, a settembre, il capo aveva liquidato l’ex pupillo con una dichiarazione telegrafica: “Non caccio nessuno, ma non ha più la mia fiducia”. A giudicare dalla prima tappa piacentina del tour di verifica semestrale che Favia, insieme al collega Andrea Defranceschi, porta avanti in tutta la regione due volte l’anno, l’enfant prodige del Movimento gode ancora di sostegno tra il popolo a 5 stelle.

Lunedì, all’assemblea di Piacenza, i due consiglieri hanno esposto la loro attività in Regione, e alla fine hanno chiesto ai presenti di decidere se rinnovare il loro mandato o licenziarli. I risultati sono stati schiaccianti: 78 voti a favore e 3 contrari. E se è vero che si tratta più che altro di un’elezione simbolica il segnale politico che arriva è chiaro. “Tantissima gente, tante domande, tanto sostegno. Dalla mobilità alla sanità, abbiamo parlato delle principali politiche regionali ed i cittadini ci hanno trasmesso i loro problemi, le loro necessità. Questioni vere e concrete. Questi momenti sono ossigeno puro, esprimono il meglio del movimento” ha scritto su Facebook Favia.

Dopo essere caduto in disgrazia, Piacenza potrebbe rappresentare quindi il primo passo per il riscatto del il consigliere regionale. Favia incassa la sua prima vittoria, con buona pace della scomunica arrivata da Grillo dopo il servizio di Piazza pulita. E anche nei prossimi appuntamenti, Ferrara mercoledì e Parma venerdì, dovrebbero filare tutto liscio. Lo scoglio più grande da superare si presenterà invece mercoledì 5 dicembre, quando Favia si sottoporrà al giudizio dei militanti bolognesi. È nel capoluogo emiliano infatti che si sta consumando lo scontro più aspro tra il gruppo di eretici del Movimento, composto da coloro che rivendicano maggiore indipendenza dai vertici, e quello degli ortodossi, puristi del verbo di Grillo. Dopo il caso di Federica Salsi, la frattura con la frangia di fedelissimi, che fa capo all’ex candidato sindaco di Bologna, Massimo Bugani, sembra insanabile. E nessuno ne fa più mistero. Per questo l’incontro di Bologna sarà un appuntamento chiave per capire gli equilibri emiliani.

Intanto anche per Salsi, il consigliere comunale di Bologna finita nella bufera per la sua partecipazione a Ballarò, si avvicina il momento del confronto con la base. L’assemblea semestrale è fissata per il 14 novembre. E se è vero che per gli eletti in Comune non è previsto il voto, come per quelli regionali, ci si aspetta una vera e propria resa di conti. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni attivisti, quelli più allineati, erano arrivati a chiedere le dimissioni del consigliere, rea di aver definito Grillo “un maschilista figlio della peggiore cultura berlusconiana”.

Per ora lei aspetta senza particolare agitazione, e se chiederanno la sua testa valuterà cosa fare. Del resto anche Grillo è stato chiaro: nessun obbligo, le dimissioni si possono decidere solo dopo aver tastato il parere di tutti gli iscritti. “Il consigliere, il sindaco o il parlamentare  – ha scritto sul blog alcuni giorni fa – non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente. Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un’informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del Movimento, con una votazione estesa a tutti gli iscritti del comune e della regione di rifermento, o dell’intero corpo elettorale in caso del Parlamento”.

Intanto una parte di attivisti del Movimento 5 stelle si sono trovati per discutere delle problematiche riguardo alla democrazia interna in un’assemblea convocata al quartiere Porto. C’erano anche alcuni dei dissidenti e, soprattutto, espulsi. Che comunque hanno partecipato alla riunione. Non erano presenti né Giovanni Favia né Federica Salsi, a tenere banco è stata l’attivista di Forlì Raffaella Pirini e il gruppo degli epurati di Cento. Un incontro riuscito, dicono gli organizzatori: “Sono emerse una serie di proposte”, dice Pirini, “una riunione tra attivisti politici in un omento particolarmente delicato. Per il Paese, ma anche per il nostro movimento”.

g.z.

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