Piani di spending review per Rosario Crocetta, che decide di inserire “per la prima volta” il patto di stabilità nel bilancio della Sicilia e di chiudere le tredici società partecipate della Regione, in liquidazione da anni ma ancora formalmente in vita. Il presidente ha annunciato che tutte le loro competenze saranno immediatamente trasferite ai dipartimenti dell’amministrazione regionale. “E’ un provvedimento amministrativo, che si può fare subito. Non occorre una legge”, ha detto Crocetta. L’obiettivo è di fare un “bilancio rigoroso” e di voler “avviare una procedura con gli organi centrali dello Stato per il ridisegno del patto, perché non ci può essere un massacro sociale. Ci deve essere un rientro complessivo, che può essere fatto nell’arco di due o tre anni, ma non si può pensare di farlo in un solo esercizio perché sarebbe lo strangolamento dell’economia siciliana”.

Punta a un miliardo e mezzo di risparmi con tagli a consulenze e privilegi della casta, da iscrivere nella prossima legge finanziaria “perché altrimenti non riusciamo a fare il bilancio”. Una spending review destinata a incidere soprattutto sui costi della burocrazia regionale, e in particolare su consulenze e incarichi dirigenziali a esterni, ma anche su benefit come le auto blu e sull’indennità dei deputati regionali, stipendio a parte. Ad esempio, se l’assessore “dovrà spostarsi per motivi di ufficio, prenoterà la vettura in car sharing“. Crocetta ha inoltre ridotto da 11 a 8 i componenti del suo ufficio di gabinetto, da 8 a 6 quelli della segreteria tecnica e da 6 a 4 quelli della segreteria particolare. Il governatore ha annunciato anche un taglio alle missioni e agli straordinari dei dipendenti regionali. La riduzione prevista è tra il 20 e il 30 per cento, ma ha assicurato che su questo tema procederà d’intesa con i sindacati.

Il neopresidente intende anche “ridurre al minimo i dirigenti esterni” e puntualizza che “le consulenze devono essere l’eccezione e non la regola”. La spending review, poi, varca i confini di Palazzo d’Orleans e si spinge fino alle amministrazioni comunali. Crocetta anticipa infatti che “saranno subito commissariati i comuni che non hanno ancora approvato il bilancio nei tempi stabiliti dalla legge” e sono “almeno 20″ quelli che rischiano il dissesto finanziario solo perché i Consigli comunali non voglio adottare provvedimenti che attirano impopolarità”. A tutti i comuni, dice, “daremo cento milioni l’anno per affrontare il grave problema dei rifiuti” per cinque anni. Denaro che sarà restituito in vent’anni, ha puntualizzato, “perché non li vogliamo mettere in difficoltà economiche”. L’biettivo è diventare una Regione “a sette stelle”.

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