L’impressione che, ad indicare la luna con il dito, l’attenzione sia tutta rivolta al dito e non alla luna c’è ed è forte. Mi riferisco alla polemica nata dopo quello che Beppe Grillo ha scritto sul suo blog in merito alla legittimità delle coppie omosessuali di potere essere una coppia garantita e tutelata dalla legge al pari delle coppie eterosessuali.

Grillo, oltre ad esplicitare il suo pensiero, che inevitabilmente diventa anche espressione politica del Movimento 5 Stelle, ha, come suo solito, utilizzato un linguaggio forte e ha ironizzato sulla vita sentimentale di Rosy Bindi: “La Bindi, che problemi di convivenza con il vero amore non ne ha probabilmente mai avuti, ha negato persino la presentazione di un documento sull’unione civile tra gay”. Bersani si è affrettato a rispondereLe parole di Grillo nei confronti di Rosy Bindi sono indecenti: sono il segno di un maschilismo e di una volgarità di cui pensavamo avesse dato miglior prova Berlusconi, ma evidentemente al peggio non c’è limite”

Sul linguaggio di Beppe Grillo ognuno può avere la sua opinione, ma questa non deve andare a scapito del contenuto di quello che dice e comunque bisogna operare una distinzione tra le due cose. Non credo che se al posto della Bindi ci fosse stato un suo collega uomo qualcosa nel linguaggio del comico genovese sarebbe cambiato. Non mi risulta che egli abbia un modo diverso di esprimere le sue opinioni a seconda del sesso del suo “bersaglio”.

L’intento di Grillo non penso sia stato assolutamente quello di offendere il femminile, ma semplicemente quello di colpire una classe politica che, ancora una volta, si dimostra poco efficace nel garantire a tutti uomini e donne, etero e non, pari dignità e pari diritti.

Grillo nel suo post non esprime alcun atteggiamento culturale e sociale che lo porta ad avanzare una pretesa superiorità dell’uomo sulla donna (atteggiamento appunto maschilista). Ironizza in modo evidente sulla vita sentimentale della Bindi, ma non lo fa perché vuole attaccare la donna Bindi, vuole attaccare il politico Bindi. E il politico, o chi per lui, non deve utilizzare la questione femminile come facile fortino se la problematica non è questa, il politico deve rispondere con le armi della politica e quindi con le sue idee e l’operato che da esse deriva.

Parlare di volgarità nelle affermazioni del comico può anche essere possibile a seconda delle sensibilità di ognuno, ma parlare di maschilismo è fuorviante perché si innesca una polemica su un astio verso le donne in quanto categoria che nel post non vedo, mettendo invece da parte un’indisponibilità del nostro Parlamento a definire e approvare una legislazione per le unioni di fatto che invece è sotto gli occhi di gli occhi li vuole usare.

Non c’è maschilismo nell’ essere a favore delle unioni di fatto e se polemica deve essere che almeno sia sui contenuti (dichiararsi pro o contro e spiegarne le motivazioni) e non su forzature facili che rimandano di comodo alle questioni di genere perché si sa che si accendono facilmente gli animi.

Non abbiamo bisogno di polemiche create su misura, abbiamo bisogno di una legislazione che garantisca tutti indipendentemente dal genere e dall’orientamento sessuale.

Mario De Maglie

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