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Corruzione, procura Milano chiede sei anni per consigliere regione Lombardia Rinaldin

Il politico era finito agli arresti domiciliari nel 2008 e nel 2010 era stato rinviato a giudizio. Gli altri coimputati hanno patteggiato la pena. Secondo l'accusa avrebbe intascato una tangente di 30 mila euro. La regione Lombardia non si è costituita parte civile

Corruzione, procura Milano chiede sei anni per consigliere regione Lombardia Rinaldin
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Corruzione, truffa aggravata, finanziamento illecito ai partiti e falso. E’ lunga la sfilza di reati e pesante la richiesta di condanna che il pm di Milano Luca Poniz 6 anni di reclusione per il consigliere regionale lombardo del Pdl Gianluca Rinaldin, votato alle ultime elezioni con tremila voti in più rispetto alla tornata precedente. Il politico era finito sotto inchiesta nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti nel settore turistico del lago di Como, nell’indagine che era stata ribattezza la “Tangentopoli lariana“. Rinaldin, finito agli arresti domiciliari nel febbraio del 2008, è uno dei dieci consiglieri lombardi finiti sotto inchiesta in diversi procedimenti che hanno coinvolto esponenti politici regionali, tra cui tra gli altri, Pier Gianni Prosperini, Filippo Penati, Franco Nicoli Cristiani, Massimo Ponzoni, Romano La Russa, Angelo Giammario, Davide Boni, Renzo Bossi.

L’inchiesta, che riguardava Rinaldin, verteva su un progetto di ristrutturazione del lido di Menaggio, sul lago di Como. Il consigliere, attualmente vice presidente della commissione regionale sport e cultura, era stato rinviato a giudizio nell’aprile del 2010 ed è ora sotto processo davanti ai giudici della quarta sezione penale di Milano. I reati contestati dalla Procura di Milano risalgono al periodo compreso tra 2005 e il 2007: avrebbe intascato una presunta tangente da 30 mila euro per favorire degli appalti. Rinaldin, stando all’accusa, avrebbe falsificato documenti per far ottenere un finanziamento regionale, agendo come “socio occulto” di una società interessata al progetto di ristrutturazione, la Lago di Como Srl. L’inchiesta era nata da una presunta truffa dell’Associazione Coordinamento Turistico del Lago di Como ai danni della Regione Lombardia. L’amministrazione regionale infatti risulta come parte offesa nel procedimento, ma non è costituita come parte civile. Si è costituita invece la Provincia di Como, rappresentata dall’avvocato Andrea Mascetti, che oggi ha chiesto 100.000 euro di risarcimento danni. 

Nel luglio del 2008 sei persone avevano patteggiato la pena, tra cui l’ex assessore provinciale comasco Giorgio Bin, assieme a tre imprenditori e al presidente dell’Associazione Coordinamento Turistico del Lago di Como. . A tirare in ballo il politico Pdl era stato proprio l’ex assessore Bin, il quale però all’inizio del 2010, nel corso di un’intervista a un quotidiano, aveva detto: “L’ho accusato di aver preso tangenti, ma non è vero”. Il processo è stato rinviato al prossimo 2 luglio, quando parlerà la difesa. 

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