“ Io mi considero un condannato al giornalismo, perché non avrei saputo fare nient’altro”.

E’ con questa semplice ma pungente frase che Indro Montanelli riuscì a stabilirsi nel cuore e nella mente degli italiani, amici giornalisti o nemici sulla carta, umili lettori o nemici d’ideologia.

Durante tutta la sua carriera Indro ha sempre interpretato il ruolo di un ragazzino libero, dalle mille idee, ma cresciuto troppo in fretta. E’ quest’aspetto di lui che affascina maggiormente.

Il bisogno di dover narrare la distruzione incombente di una società caotica quale era e allo stesso tempo il voler rendere onore a quella bellezza che si librava tra le strade italiane, ma che sembrava avvolta da un manto invisibile, ha spinto Indro a parlare, a scrivere e ad abbracciare quel talento che si presentò nella sua vita come un figlio mai conosciuto e che bussò all’improvviso alla sua porta lasciandolo a bocca aperta, con i piedi incatenati ad un terreno umido e con le mani ammanettate alla penna.

Le chiavi per aprire quelle manette erano ormai state gettate. Perse per sempre.

Osservava sì, ma sentiva la necessità di dover mettere per iscritto ciò che lui esaminava con occhi diversi, con una mentalità diversa rispetto alla massa: se gli altri dicevano bianco, lui diceva nero, se tutti guardavano a sinistra, lui guardava a destra.

I suoi occhi erano quelli di un giornalista dalla profonda onestà intellettuale, di uno storico che guardava al passato alla ricerca di un futuro splendente, o almeno di un presente decente, di un artista dalla lealtà infinita, quella lealtà che solo pochi hanno l’onore di possedere.

Indro ha reso essenziale e vero il mestiere del giornalista, ma ha saputo insegnare a tutta l’Italia che raccontare una storia non significa manovrarla e giocarci a Monopoli, essere giornalista è sinonimo di “verità”. Verità sociale, politica, artistica. Verità vera e non circondata da ombre di falsità e menzogna solo per ottenere un sì.

Probabilmente Montanelli è stato apprezzato dalla massa perché la sua era una personalità infinitamente complessa ed enigmatica, spingeva sempre a porti la domanda, “ Cosa ne penserà lui?”. Perché Indro era un personaggio diverso, schietto, aggressivo nel suo onnipresente sarcasmo, un vero e proprio Anticonformista. Quando si accorgeva che la maggior parte delle persone la pensava come lui, finiva per chiedersi: “ Ma starò sbagliando?”.

Con la sua inesauribile voglia di discutere, di dover dire la sua, sempre e comunque, anche a costo di ricevere mille coltellate all’orgoglio, Montanelli ha tenuto accesa la mente del popolo italiano per tanto tempo e sempre attiva la guerra giornalistica, che però ha saputo trasformare in una semplice battaglia dalle sfumature ironiche ed originali.

Se “ Il sapere e la ragione parlano, l’ignoranza e il torto urlano”, Indro Montanelli ha sempre parlato, con o senza quella penna ammanettata alla sua mano, e forse continua a diffondere le sue tenaci idee anche da quel pezzo di cielo dove tutto procede nel modo giusto.

Benedetta Ferrara