In termini giuridici sarebbe definita un’ammissione di colpa. A essere buoni possiamo dire che la Regione Emilia Romagna fa marcia indietro e decide di dare una sforbiciata ai rimborsi chilometrici che finora hanno appesantito le buste paga degli eletti, superando in alcuni casi anche i 3 mila euro mensili. Da 80 centesimi al chilometro a cinquanta. Quasi la metà. Proprio mentre la benzina e il gasolio raggiungono prezzi record. Ma sicuramente 50 centesimi bastano a coprire le spese. Prima la denuncia del Movimento 5 stelle , poi il rinvio a giudizio del consigliere Pdl, Alberto Vecchi, accusato di aver falsificato la residenza per ‘gonfiare’ i costi del tragitto casa-lavoro. Così oggi l’ufficio di presidenza di viale Aldo Moro ha approvato all’unanimità un nuovo regolamento, che prevede la restituzione solo di quelle spese effettivamente sostenute per andare in ufficio, con un tetto massimo di 50 centesimi a chilometro.

 Il nuovo conteggio sarà valido già da questo mese. D’ora in poi ogni consigliere dovrà comunicare il mezzo di trasporto utilizzato, con biglietti del treno e ricevute autostradali alla mano. Ogni spesa dunque dovrà essere dimostrata e documentata. Così come le presenze in ufficio, certificate grazie all’utilizzo del badge all’ingresso. Nel caso scelga il treno, il consigliere dovrà dichiarare categoria e classe del treno utilizzato, e gli sarà restituito il costo del percorso di andata e ritorno tra il comune di residenza e la sede della Regione. Nel caso si usino le quattro ruote, invece, il rimborso sarà calcolato secondo le tabelle Aci, tenendo conto della cilindrata dell’auto e senza mai oltrepassare i 50 centesimi al chilometro. In pratica, si passerà dagli 81 centesimi al chilometro del sistema precedente, ai 50 centesimi dell’attuale, con un taglio pari al 40%. Non ci sarà più il limite massimo di 12 presenze al mese, ma ciascuno sarà rimborsato per tutte le volte che sarà in grado di dimostrare di essere stato in ufficio.

Una piccola rivoluzione per gli eletti di viale Aldo Moro, fino adesso abituati a mettere in tasca cifre da favola. Con i vecchi parametri infatti la Regione pagava come se ogni consigliere, per spostarsi da casa fino a viale Aldo Moro, usasse un’auto di grossa cilindrata. Un’Audi da 265 cavalli o una Bmw Cabrio da 218 cavalli, per intenderci. Pedaggi autostradali esclusi. Questo faceva sì che alcuni eletti si trovassero in busta paga praticamente un secondo stipendio. Al consigliere della Lega nord, Stefano Cavalli, per esempio, arrivavano circa 3.350 euro mensili, più di 3.200 a Marco Carini del Pd, al leghista Roberto Corradi 2.800, mentre 2.500 andavano a Marco Lombardi del Pdl e ai democratici Roberto Piva e Roberto Garbi. Per un totale di oltre 70mila euro al mese.

 

Esulta il Movimento 5 stelle, che per mettere un freno alle spese per il tragitto casa-lavoro nelle scorse settimane aveva messo sul tavolo anche una proposta di legge. “La delibera è sicuramente una grande vittoria politica del Movimento e di tutta la società civile contro il villaggio della politica – è il commento di  Giovanni Favia – Il sistema che ne esce sarà senz’altro perfettibile, ma finalmente il computo segue i chilometri effettivamente percorsi in un anno, la reale presenza dei consiglieri in regione e la cilindrata puntuale della singola auto. È già un grande passo avanti. Ora bisogna continuare in aula a lavorare di forbici su altre voci della busta paga”. 

 

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