La mansarda di Calderoli a Roma

Da Roma Ladrona a Lega Guardona. Una vista sensazionale quella che si gode dall’appartamento affittato da Roberto Calderoli sul Gianicolo, ma pagato dai contribuenti (non solo del Nord) che hanno finanziato i rimborsi elettorali del partito padano. La Lega Nord, secondo quanto è stato accertato dal Noe dei Carabinieri, ha pagato 2 mila e 200 euro al mese al proprietario dell’appartamento, in comode rate trimestrali da 6mila e 600 euro. Il ministro si è trasferito da poco meno di due anni sul colle Gianicolo, a due passi da Villa Sciarra, nel quartiere chic e sinistrorso di Monteverde vecchio. A pagare l’affitto però era la Lega.

Nelle informative dei Carabinieri dello scorso febbraio già si leggevano riferimenti a pagamenti per le esigenze di Calderoli. “Come minuziosamente descritto da Francesco Belsito (tesoriere della Lega Nord, ndr) e dalla Nadia Dagrada (dirigente amministrativo del partito, ndr) in numerose intercettazioni telefoniche”, scrive il Comandante del Nucleo Operativo del Noe, Pietro Raiola Pescarini, “rilevanti somme di denaro sono state utilizzate per sostenere esigenze personali e familiari, estranee alle finalità ed alle funzionalità del partito Lega Nord e a favore di: Bossi Umberto, (…..) Mauro Rosy, Calderoli Roberto”.

Il nome di Calderoli era inserito in questo passaggio chiave dell’infrormativa per via di un’intercettazione. In una conversazione il tesoriere Francesco Belsito diceva alla sua amica Nadia Dagrada di non essere riuscito a far fronte alle richieste dei Bossi per la scuola Bosina della moglie del leader, la signora Manuela Marrone. Poi citava i soldi dati al Cald, alias Calderoli, almeno secondo il verbalizzante.

Francesco Belsito: “La richiesta (per la scuola Bosina, ndr) la ricordo che era 1 (milione di euro), questo me lo ricordo benissimo!…gli ho detto ‘no, 1 (milione di euro) non ce la faccio adesso, dovete darmi almeno 3 anni’… e invece quelli di Cald, (ndv Calderoli) come faccio?…come li giustifico quelli?”.
Nadia Dagrada: “Ma quello è un (incomprensibile) nella cosa che c’hai, quello non è un grosso problema!… nell’arco dell’anno non è un problema quello, è un problema quello di tutto il resto!… però t’ho detto, bisogna fare i conti precisi!”.

Ora emerge la storia della mansardina. Questo tetto su Roma, con vetrata ad angolo e vista mozzafiato più un terrazzo di venti metri quadrati, era pagato dalla Lega. I Carabinieri hanno rintracciato al catasto il signore romano che con la moglie è intestatario della casa occupata da Calderoli con grande discrezione: sul citofono non c’è infatti il nome dell’ex ministro ma quello del proprietario. Il signor P.C. però, quando è stato sentito a verbale pochi giorni fa, non ha avuto problemi a confermare i sospetti degli investigatori: l’ex ministro della semplificazione come un novello Nerone amava le fiamme per far fuori le pandette inutili ma non disdegnava nemmeno la vista sui monumenti dei sette colli, a sbafo però.

Via Ugo Bassi è una strada decisamente poco leghista. Questa viuzza chiusa termina con una scalinata in marmo che scende lievemente verso tre simboli della Roma più romantica: la scala di Righetto, Trastevere e Porta Portese. La casa non è enorme, dicono i vicini, una sessantina di metri quadrati coperti più la terrazza di venti metri. La vista però è impagabile. Nel palazzo sostengono che il proprietario avrebbe messo in vendita la casa per un milione e mezzo di euro. Poi ha trovato un inquilino disposto a sborsare 2 mila e 200 euro al mese, dei contribuenti italiani, e ha pensato bene di tenerla.

“Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2200 euro al mese, quando io ne verso mensilmente 3000 di euro alla Lega Nord’’, è il commento del “triumviro” leghista Calderoli. “Da dieci anni svolgo l’incarico di coordinatore delle segreterie nazionali della Lega nord, che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana, tutte le settimane dell’anno, feste, sabati e domeniche compresi, con una media di quasi 100mila km l’anno, girando in lungo e in largo su tutto il territorio nazionale. Per questo mio lavoro non ho mai percepito un’indennità e per anni il movimento mi ha soltanto riconosciuto un rimborso per le spese sostenute, rimborso che è stato costantemente e totalmente devoluto al movimento stesso”.

Aggiornato dalla redazione web alle 15,32

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