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Caso Lega: dopo le espulsioni, Maroni esulta “Torniamo a far politica, ora si riparte”

Fuori dal partito Rosy Mauro e Francesco Belsito, ora l'ex ministro dell'Interno lancia la "fase due": "Agire secondo le nuove regole, poi fare cose concrete". Intanto questa mattina incontro tra il triumviro e il governatore lombardo Formigoni
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“Dopo le pulizie di primavera, torniamo a fare politica”. Roberto Maroni affida al suo profilo Facebook l’esultanza all’indomani della decisione del Consiglio federale della Lega Nord di espellere Francesco Belsito e Rosy Mauro. “Questa sera sono a Sondrio per parlare dei problemi della gente e delle malefatte del governo Monti-Dracula”, ha proseguito l’ex ministro dell’Interno. “Basta piangersi addosso – ha esortato – ora si riparte. Viva la Lega”. In un altro post, il triumviro leghista commenta: “Il Congresso federale si terrà il 30 giugno. Dopo dieci anni è un evento storico. Si riparte”.

Insomma, a chi si aspettava che la mossa di ieri fosse solo l’inizio, oggi Maroni fa intendere che la stagione delle pulizie è già terminata e che, in vista delle prossime amministrative (ma soprattutto in vista delle politiche del 2013) il partito deve ricompattarsi e “ripartire”. ”Adesso riprendiamo a fare politica vuol dire che la sfida che la Lega ha davanti è dimostrare nei fatti che noi rappresentiamo il nord – ha spiegato l’ex ministro all’agenzia di stampa Ansa – Mentre i nostri nemici sostengono che la Lega è finita”.

Intanto ieri si sono consumate le epurazioni. Con voto unanime, il consiglio federale ha espulso Rosy Mauro sospettata di aver pagato con i soldi dei rimborsi elettorali una visita medica, una laurea per sé e una per il suo caposcorta-amante. Stesso trattamento anche per l’ex tesoriere Francesco Belsito, indagato a Milano e al centro dello scandalo delle ultime settimane. ”La pulizia è finita? Diciamo quasi finita – ha spiegato ancora Maroni – Ora diamo vita alla “fase due”: agire secondo le nuove regole, poi fare cose concrete, fare politica”.

La decisione della Lega sulla segretaria del sindacato padano va nella direzione tracciata dal probabile futuro segretario Maroni, che martedì al meeting “dell’orgoglio padano” a Bergamo aveva detto: “Se non si dimette lei la cacceremo noi”. Durante quella manifestazione, Umberto Bossi si era scusato con i militanti per “il danno fatto da coloro che portano il mio cognome”. Ma, al di là delle dimissioni dal consiglio regionale, il partito non ha preso alcun provvedimento disciplinare nei confronti di Renzo Bossi. In compenso il Senatur, secondo quanto riferito da esponenti leghisti che hanno partecipato al Consiglio, ha detto che se si accerterà che qualche suo familiare ha sottratto soldi alla Lega, lui farà un assegno per rimborsare l’intero importo.

Questa mattina Maroni è arrivato a palazzo Lombardia, sede della Regione per un incontro privato con il presidente Roberto Formigoni. Alla riunione ha preso parte anche il leghista Andrea Gibelli, vice governatore ed ex deputato del Carroccio. Argomento principale, secondo i rumors, il rilancio della legislatura regionale, ma non è escluso che vengano affrontati i nodi relativi alla burrasca nella Lega dopo l’inchiesta sul denaro sottratto alle casse del partito, che ha portato alle dimissioni il segretario Umberto Bossi.

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