Aveva detto che sarebbe apparsa sul finire di marzo e così è stato.  Migliaia di fedeli radunatisi davanti ai negozi di dischi in tutto il mondo, hanno atteso imploranti l’uscita del disco, puntualmente avvenuta dopo la mezzanotte del 26 Marzo 2012. Per chi non l’avesse capito la Madonna cui facciamo riferimento non è “La Madre di Gesù Cristo” ma Madonna Louise Veronica Ciccone – in arte soltanto Madonna –  la quale con i miracoli nulla c’entra, fatti salvi quelli riusciti con il conto in banca.

MDNA è finalmente uscito!

Faceva meglio a tenerlo chiuso nel cassetto: il disco ricorda – se mai ce ne fosse bisogno – che la signora Ciccone, da qualche anno a questa parte, non ha più niente da dire. Per mettere insieme il coacervo di canzoni ottenute, sono accorsi a sostegno “una manica” di deejay – produttori che, considerato il risultato, avrebbero fatto “cosa buona e giusta” nel rimanere dietro la consolle. Qualche nome? Martin Solveig, William Orbit, Benny Benassi ovvero la summa del meglio o del peggio (dipende dai punti di vista) che la musica dance impone da anni.

Dopo aver sentito il primo singolo, lo sbigottimento non lascia scampo. Sconvolge ancor più il video a supporto, nel quale la Material Girl fornisce di sé l’immagine patetica di una signora di cinquantaquattro anni che aspira a dimostrarne venticinque, ovvero l’età che – guarda caso – sostiene il talento (???) di Lady Gaga. Il “nuovo che avanza” vuole forse scaraventare giù dal trono la regina madre del pop? Prima che la Germanotta possa solamente avvicinarsi a quel podio, dovrà concepire almeno una decina di album, sovvertire altrettante volte le coordinate del pop e infine ridisegnare moda e tendenze in egual misura. Solo a quel punto, forse, se ne potrà riparlare. Giusto e sensato “dare a Cesare quel che è di Cesare”.

Tornando a MDNA, già il titolo appare quantomeno equivoco: l’intento era forse quello di strizzare l’occhio ai teenagers utilizzando “la modalità messaggistica da cellulare” tra loro in voga? Considerando l’ascendente esercitato dalla figlia quindicenne sulla madre, l’obiettivo potrebbe essere davvero quello, specie dopo aver ascoltato Girl Gone Wild; “la musica adolescenziale” che invade l’udito rievoca “certe ballate mozzafiato” di Gigi D’Agostino. Non è poco!!!

Concentrandosi sull’album, si scopre suddiviso in canzoni dance, pop e ballad. Nessuno dei tre segmenti riesce però a soddisfare pienamente  “l’arsura dei fans”.  Il disco – ancor prima di uscire – ha rischiato di non accontentare nemmeno la frangia estesa della comunità gay russa, furibonda con la diva poiché – a parer loro – sarebbe  indifferente alle leggi discriminatorie passate in questo periodo da quelle parti.  Incidente diplomatico risoltosi in men che non si dica: la pop star ha promesso di immolarsi alla causa una volta atterrata a San Pietroburgo. “La mossa”, le fa certamente onore ma non è possibile fare a meno di chiedersi se il bailamme generato intorno alla faccenda sia una semplice coincidenza oppure un’abile strategia, magari concepita per “il giorno dell’avvento”. Il disco, infatti, è uscito dopo la querelle e certi messaggi trapelati sui vari social network della cantante, risultano perlomeno “di facciata”.

Non stiamo parlando delle dinamiche che governano la carriera di Orietta Berti ma delle strategie adiacenti a quella di Madonna, quindi “ci piace” pensare tutto e il contrario di tutto.

Confessions on a Dancefloor rimane “l’ultimo lavoro” degno di nota. Uscito nel 2005, le canzoni sono ispirate e la magia che fluttua nei solchi di quelle splendide pop song è la cosa più vicina al miracolo che la cantante abbia prodotto in tutta la sua carriera. Dopo quel momento il crollo, se possibile verticale.  Hard Candy – uscito quattro anni fa – riconduce a quanto di peggio la star abbia saputo fare in trent’anni. Il tutto tristemente avvalorato con l’ultima improbabile fatica discografica.

Esistono quelli che la detestano a prescindere e chi invece sostiene sia la migliore, qualunque cosa faccia; l’equilibrio sta sempre nel mezzo. Un artista dovrebbe capire quando è il momento di virare, o addirittura ritirarsi. Madonna avrebbe le capacità e i mezzi per stupire reinventandosi nuovamente: buon gusto e intuizioni in passato  non le sono certo mancati. L’età, nonostante lo sgambettamento continuo e incipiente, impone se non la badante, quantomeno un reset.

Che voto darebbe il solito dj qualunque al nuovo disco di Madonna? Facendosi prima il segno della croce, sperando di non incappare negli strali di “Sua Santità” e  in quelli dei “suoi devoti”, il giudizio rivelatore, non potrebbe in nessun modo essere equivocato, poiché sarebbe nettamente uno … zero.

9 canzoni 9 … per non invecchiare

Lato A

Strychnine • Fuzztones

Private Idaho • B-52’S

Pump it Up • Elvis Costello & the Attractions

Shake It Up • The Cars

Lato B

Human Fly • The Cramps

The Dredg • Fleshtones

Sex Beat • The Gun Club

I Only Want You • Eagles of Death Metal

Dum Dum • Butthole Surfers

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