Alta tensione sui titoli di stato: il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi è a quota 400, dopo aver chiuso ieri sotto i 390 punti. I titoli di Stato italiani sono di nuovo sotto pressione con il rendimento del Btp decennale che è volato al 6,01%, ai massimi dal 5 agosto scorso, ossia prima degli acquisti della Bce, che anche oggi stanno avvenendo. Sale anche lo spread tra i titoli francesi e quelli tedeschi a 119 punti base (record storico) e quello tra i “bonos” spagnoli e i bund è a 337 punti. La Spagna ha venduto bond per 3,91miliardi di euro a 6, 8 e 10 anni, rispetto a un obiettivo massimo di 4,25 miliardi, con i premi di rendimento sul decennale in calo rispetto all’ultima asta.

I listini del Vecchio Continente hanno chiuso in calo, influenzati da diversi fattori: in primis i colloqui ancora in fase di stallo tra Francia e Germania per trovare delle soluzioni alla crisi, nonostante il vertice di emergenza di ieri a Francoforte. L’intento era quello di arrivare a una decisione definitiva prima del vertice Ue di domenica. La Francia chiede più potere per il fondo “salva-stati”, mentre la Germania propone prima di tutto di avviare una modifica dei trattati europei. Piazza Affari apre in netto calo: l’indice Ftse Mib cede in avvio l’1,57% a 16.036 punti e a un’ora dalla chiusura cala a -3,7%, mentre l’All Share cede l’1,52%. Milano ha perso da sola 11,3 miliardi di capitalizzazione. Sotto pressione i bancari con Intesa SanPaolo che cede l’8,31%. Sospese al ribasso Unicredit (teorico -8,22%) e Mps (teorico -7,51%), mentre Ubi registra un calo del 5,11%, Banco Popolare del 5,13%.

Giù dello 2,49% il Dax di Francoforte. La Germania ha rivisto, secondo le attese, le previsioni di crescita per il 2012 all’1% del Pil: le stime finora erano invece all’1,8. L’export, motore dell’economia tedesca, ha subito un contraccolpo della domanda mondiale e segna un +3,5% per l’anno prossimo, nettamente meno di quest’anno, quando la crescita era stata del 7,5%. In calo del 2,32% il Cac 40 di Parigi. Madrid perde il 2,5%, Londra l’1,21% e Amsterdam lo 0,39%. Secondo le stime dell’autorità bancaria europa (Eba), le banche del Vecchio Continente hanno bisogno tra i 70 e 90 miliardi di euro per la loro ricapitalizzazione. Si tratta di una cifra molto meno alta dei 200 miliardi di euro calcolati dal Fondo monetario internazionale. Per il quarto giorno consecutivo, la Borsa di Atene ha aperto in ribasso, registrando un -1,45%, con l’Indice Generale a 730,18 punti, per poi recuperare a +0,63%. Continueranno anche per oggi, secondo Eurobank, le condizioni di instabilità in vista del voto sulle misure di austerità da parte del Parlamento in programma per questa sera. Non si esclude che l’approvazione in prima lettura del disegno di legge, avvenuta ieri sera, possa essere considerata dagli investitori come un segnale positivo.

Seduta pesante anche per i listini asiatici, dopo i decisi cali di Wall Street nella notte a seguito della cautela espressa dalla Federal Reserve per l’economia americana. Tra le blue chip dell’area, il colosso estrattivo Bhp ha lasciato il 2,5% a Sydney, seguendo il calo delle quotazioni delle principali materie prime. Newcrest Mining, maggior miniera d’oro australiana, ha lasciato sul terreno il 6,4%. L’andamento degli indici di riferimento è negativo: Tokyo -0,71%, Hong Kong -2,79% (in corso), Shanghai -1,94% (punto più basso da marzo del 2009), Taiwan -1,48%, Seul -2,70%, Sydney -1,63%, Singapore -1,20% (in corso) e Bangkok -3,09%.

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