Con nove astensioni la direzione del Pd al termine dei lavori ha votato sia la relazione che la replica del segretario Pierluigi Bersani. Il segretario ha chiuso sui referendum elettorali sostenuti uno da Stefano Passigli, l’altro da Walter Veltroni, Arturo Parisi e Pierluigi Castagnetti. Via libera, invece, all’unanimità da parte della direzione, all’ordine del giorno sulle proposte del Pd sul taglio dei costi della politica. Le astensioni sulla relazione di Bersani alla direzione del Pd provengono quasi tutte dall’area veltroniana. Non sarebbe piaciuta infatti, a quanto viene riferito, la chiusura del segretario “sul merito e il metodo dei referendum” per la riforma della legge elettorale. Tutti in accordo invece sui tagli ai benefici della Casta.

“Fare in fretta” intervenire su “vitalizio e stipendi dei parlamentari” perché “solo così puoi parlare e intervenire sui privilegi degli altri”, ha detto Pierluigi Bersani intervenendo alla direzione. Sul tavolo, oltre ai tagli ai benefici della Casta, le possibili alleanze per le prossime elezioni politiche perché “la strada maestra è quella del voto”, ha detto Bersani.

“Sono convinto che se si presentano programmi nuovi a confronto, tutti nella garanzia del rispetto dei saldi, e protagonisti nuovi, mercati e investitori capiranno”, ha aggiunto Bersani ha sottolineato che intanto “con Idv e Sel stiamo discutendo le proposte di programma. Con l’Udc abbiamo concordato in Parlamento gli emendamenti alla manovra”. E ha chiarito: “Se poi, dopo le dimissioni del governo, ci fossero le condizioni per la formazione di un governo di breve transizione per fare la riforma della legge elettorale, noi potremmo essere disponibili. Ma questo passaggio presuppone tempi stretti e che non restino al loro posto coloro che ci hanno portato fin qui”.

Il leader del Pd ha poi bocciato la bozza di riforma Costituzionale presentata da Roberto Calderoli e avvisato la maggioranza: “Sotto i colpi della speculazione abbiamo fatto bene a concedere l’accelerazione dei tempi, ma qui si ferma la nostra responsabilità per una manovra approvata con la fiducia e che è sbagliata e iniqua”, ha detto.

”Se sulla manovra non fossimo statiresponsabili il lunedì nero di ieri ce l’avrebbero attribuito a noi. Noi siamo responsabili ma ne vedo pochi dall’altra parte. Da qui in poi noi saremo in Parlamento ogni giorno con una proposta ma siamo convinti che chiedere il voto non sia da irresponsabili perchè i mercati, gli osservatori e le diplomazie potrebbero trarne l’impressione che c’è una ripartenza”, ha commentato l’appello alla coesione lanciato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano. “In Parlamento – afferma Bersani – abbiamo le nostre proposte. Calderoli ha presentato le sue ma noi le abbiamo dal primo giorno della legislatura. Però pensiamo che questa situazione politica non consenta la paese passi avanti”.

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