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Nastri Fassino-Consorte, gip dice no
ad archiviazione per Berlusconi

Il gip di Milano Stefania Donadeo ha deciso di non accogliere la richiesta di archiviazione per Silvio Berlusconi per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda sul passaggio di mano dei nastri con le telefonate tra Piero Fassino e Giovanni Consorte che furono poi pubblicati da Il Giornale
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L’ex presidente di Unipol, Giovanni Consorte

Il gip di Milano, Stefania Donadeo, ha deciso di non accogliere al momento la richiesta di archiviazione per Silvio Berlusconi per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda sul passaggio di mano dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi della tentata scalata di Unipol a Bnl. Il giudice ha fissato un’udienza tra le parti per il 16 luglio.

La nuova udienza riguarderà soltanto l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio e non quella di ricettazione. Il premier era stato indagato per entrambi i reati e il pm Maurizio Romanelli aveva successivamente formulato richiesta di archiviazione.

Era stato invece chiesto il rinvio a giudizio di Paolo Berlusconi che è poi stato mandato a processo dal gup Stefania Donadeo al termine dell’udienza preliminare. Stando alla ricostruzione, il fratello del premier e l’imprenditore Fabrizio Favata si erano recati ad Arcore alla vigilia del Natale del 2005 per fare ascoltare al capo del governo il nastro contenente l’intercettazione della telefonata in cui Piero Fassino domandava all’allora presidente dell’Unipol Giovanni Consorte: “allora abbiamo una banca?”. La telefonata venne poi pubblicata da Il Giornale il 31 dicembre dello stesso anno.

Per la vicenda Fabrizio Favata è già stato condannato con rito abbreviato a 2 anni e 6 mesi, mentre Eugenio Petessi e Roberto Raffaelli  hanno patteggiato rispettivamente a un 1 anno e 4 mesi e a 1 anno e 8 mesi.

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