Vorreste andare a Porta a Porta da Vespa per confutare tutte le mirabolanti virtù del nucleare che vi espone l’ineffabile ingegner Franco Battaglia? Vorreste sconsigliare, dati alla mano, l’indomito Umberto Veronesi dal dormire con delle scorie sul comodino e risparmiare altri decessi oltre al suo? Vorreste provare a Giulio Tremonti che un Epr da 1600 Mw non è un affare se non per Sarkozy e che l’acqua necessaria per raffreddare un paio di “core” targati Areva metterebbe in crisi l’agricoltura della pianura padana in tempi di siccità? Desiderate poi progettare un accesso ai pannelli solari in cooperativa affittando un’area dismessa e contribuire ad una mobilità sostenibile riducendo il traffico e ad una agricoltura che conserva l’acqua e vi fa apprezzare l’alternarsi delle stagioni? Ed essere felici anche consumando di meno? Forse questo libro vi può essere utile.

Cercare il sole, dopo Fukushima è scritto da tre autori (Mario Agostinelli, Roberto Meregalli, Pierattilio Tronconi) senza alcuna arroganza, con molta documentazione, nella consapevolezza che si debbano creare le condizioni per passare necessariamente e al più presto da un sistema energetico centralizzato come quello dei fossili e del nucleare ad un modello decentrato, rinnovabile, governato democraticamente sul territorio e nella comunità, integrato con acqua, suolo, aria e in armonia con i cicli naturali.

Fukushima, assai più di Chernobyl, costituirà lo spartiacque tra l’era fossile-nucleare e quella solare. Non si tratta semplicemente di un cambiamento dovuto alla tecnologia, ma di un rinnovato e – dati i tempi – rivoluzionario rapporto tra uomo e natura, tra vita ed economia. Gli autori provano a capovolgere l’approccio corrente alla politica energetica: quale società, giusta e desiderabile e quale futuro per la specie umana impongono un quadro nuovo di convivenza con tempi e spazi della biosfera a cui apparteniamo indissolubilmente? Così “energia-vita” diventa la parola chiave per dare la priorità a temi da sempre marginali e posti a valle dell’azione politica: il cambiamento climatico, l’ineliminabilità di scorie e inquinamento, la rinnovabilità dei cicli naturali, la sobrietà degli stili di vita, la convivialità e la non violenza, la lotta alla povertà, il diritto al lavoro dignitoso, la qualità dello sviluppo e la sua dipendenza dalla democrazia.

La transizione verso il sole è soppesata sulla base degli scenari scientifici-economici e politici per il futuro compilati dagli istituti di ricerca più prestigiosi, che si misurano coi vincoli posti dalla questione climatica già da Kyoto e con le affannose risposte che i Governi hanno farfugliato ai vertici di Copenhagen e Cancun, mentre la situazione del nostro Paese viene illustrata come un ostinato attaccamento al passato, contrapposta alle direttive più avanzate dell’Unione Europea e zavorrata dagli impegni internazionali assunti per lo sviluppo dei fossili e del nucleare dal governo Berlusconi.

Insomma, un testo utile per il dibattito in corso sui referendum del 12 e 13 giugno, ma che si propone di costruire consapevolmente una via d’uscita alla crisi energetico ambientale su basi scientificamente rigorose e democraticamente partecipate.

PERCHÉ NO

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