A Stoccolma un tizio ha pensato bene di trascorrere il sabato sera facendosi saltare in aria. Secondo alcuni era solo annoiato, secondo altri avrebbe agito come risposta alle famose vignette di Maometto di qualche anno fa dato che nel testamento avrebbe fatto esplicito riferimento al vignettista Lars Vilks.

Rinfreschiamoci la memoria.

Flemming Rose, responsabile culturale dello Jyllands Posten chiede a 25 vignettisti di disegnare Maometto. Accettano in 12 e le vignette, mediocri e dalla scarsissima potenza retorica, vengono pubblicate il 30 settembre 2005.

Una settimana dopo, l’imam danese Ahmem Abu Laban  si mette in viaggio verso i paesi arabi per sollecitarli ad inoltrare proteste ufficiali nei confronti della Danimarca*.

*Laben porta 11 ambasciatori davanti alla porta dell’ufficio del primo ministro Rasmussen che si rifiuta di riceverli. Rasmussen, è inutile far dire che sei in riunione se poi non togli il sonoro alla Playstation.

A dicembre La Lega Araba e la Conferenza Islamica lanciano un boicottaggio contro i prodotti della Danimarca e della Norvegia, mentre a Dubai un gruppo di donne manifesta per chiedere la fine di ogni rapporto con la Danimarca. Le autorità locali hanno assicurato che si è trattato di una manifestazione assolutamente spontanea: le donne erano così sensibili al problema che è stato sufficiente spezzargli solo poche dita. E neanche con bastoni troppo grossi.

In Siria e Libano partono rappresaglie violente nei confronti delle ambasciate danesi. Nel 2006 morirono circa 150 persone in tutto il mondo per gli scontri legati alle vignette. Interpellato sulla vicenda il Vaticano non entrò in merito alla questione: “Non ci occupiamo di religione”.

Alcuni gruppi musulmani avevano chiesto 30 milioni di euro di risarcimento portando in tribunale il settimanale francese “Charlie Hebdo” che aveva pubblicato le vignette danesi. Sentita la cifra, il cardinale Ruini pensò seriamente di convertirsi all’Islam, in fondo anche loro odiano gli ebrei, ma quando il giornale venne assolto si rimise la tonaca e regalò il turbante al mago Otelma.

Il fondamentalismo islamico mette una taglia sulla testa di Rose: il mullah talebano Dadullah aveva promesso una ricompensa di 100 kg. d’oro. Rose ha ancora la testa nei paraggi del collo, mentre Dadullah è stato ucciso nel maggio 2007 dopo un blitz in Afghanistan. Quanto diavolo avrà offerto Rose?

Anche i protagonisti delle fiabe di Andersen stanno pagando le conseguenze della rappresaglia contro la Danimarca. La Sirenetta è stata “invitata” da un gruppo di fondamentalisti locali a vestire più decorosamente, mentre il pifferaio magico è sotto scorta in una località segreta.

I sette nani, impegnati da un mese in una cava in Afghanistan per conto di una ditta saudita e di cui si erano perse le tracce da una settimana, sono stati ripresi in un video, diffuso poi da Al Jazeera, in cui sono costretti a leggere un comunicato in cui prendono le distanze da Rose e definiscono la pubblicazione delle vignette una provocazione.

L’allora ministro Calderoli fu costretto a dimettersi dopo essersi sbottonato la camicia in diretta tv ed aver mostrato una maglietta con le vignette anti Islam. In risposta a questa provocazione fu assaltata l’ambasciata italiana a Bengasi.

Calderoli ha chiesto scusa per l’episodio prima di essere rieletto ministro nel 2008 dopo che Gheddafi aveva ufficialmente espresso il suo disappunto sulla sua imminente nomina. Le provvigioni di gas* e petrolio che arrivano dalla Libia sono circa il 30% del nostro fabbisogno, quindi un piccolo passo indietro da parte sua era necessario.

*Il gas libico è di ottima qualità: con il gas libico riesci a suicidarti 30 secondi più velocemente rispetto a quello del Caucaso.

FINE PRIMA PARTE

Tra qualche giorno la seconda parte. Se Bin Laden non è un abbonato de Il Fatto.

Nell’attesa andate a prendere aria sul mio blog http://silviodigiorgio.blogspot.com

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