In politica è meglio essere o non essere la ‘moglie di’? Questo è il problema. E la risposta della consigliera regionale campana Annalisa Vessella in Pisacane (una volta si diceva così) cambia a seconda del momento. Potremmo chiamarla schizofrenia anagrafico-politica. O se avete altre definizioni, dite pure. Ed è comunque assai curiosa la parabola della signora, eletta nella lista dell’Udc sull’onda del cognome del marito deputato e di una campagna elettorale fatta di manifesti con la scritta “Vota Pisacane” e il volto sorridente di signora serena e soddisfatta. Un cognome che però ora rinnega dettando i comunicati stampa con un semplice ‘Annarita Vessella’. In fondo è bastato poco, un tratto di penna, per cancellare la memoria di un uomo al proprio fianco.

La storia è carina e va spiegata dall’inizio. Primissimi mesi del 2010. In Campania si avvicinano le elezioni regionali e sui tabelloni 6 x 3 delle più trafficate strade statali e provinciali del napoletano iniziano a comparire manifesti con la scritta ‘Vota Pisacane’ e il logo dell’Udc. Deve trattarsi – si pensa – del deputato e sindaco di Agerola Michele Pisacane, uomo forte del partito di Casini, politico abituato ai cambi di casacca e all’accumulo di poltrone: nel 2006, quando ancora militava nell’Udeur di Clemente Mastella, per un periodo riuscì a fare contemporaneamente il sindaco, il parlamentare e il capogruppo in Regione, prima di optare per la permanenza a Montecitorio rinunciando allo scranno del parlamentino campano. Ma sui manifesti non c’è una faccia. Il viso sbucherà solo su quelli nuovi e ristampati qualche settimana dopo. Non è, però, quello rotondo e conosciuto di Michele Pisacane. Bensì quello morbido della carneade signora Annalisa. Si scoprirà che si tratta della seconda moglie di Pisacane, rimasto vedovo dal primo matrimonio. Segretaria comunale, 40 anni, dice di essersi appassionata alla politica frequentando l’uomo che diventerà suo marito e al Corriere della Sera dichiara: “Uso il cognome di mio marito, che problema c’è? Mi avvantaggia, non sono stupida. E poi mica la legge lo vieta”. Michele rafforza il concetto ‘tengo famiglia’ in una stupenda intervista a “La Repubblica”: “Se c’è un lavoro da fare e uno fa il salumiere, non credo sia giusto privilegiare la salumeria degli altri”. E comunque la salumeria in campagna elettorale la terrà aperta solo il marito. E’ lui a girare per convegni e comizi a chiedere i voti, mentre la signora sta portando a termine una felice gravidanza che si concluderà due giorni dopo le elezioni. E in casa Pisacane è festa doppia: per il lieto evento e per la trionfale vittoria di Annalisa, eletta in consiglio regionale grazie a 18.194 preferenze.

Poi tra Michele Pisacane e l’Udc i rapporti si raffredderanno fino a interrompersi con la decisione del deputato agerolino di votare la fiducia a Berlusconi. E tra le avvisaglie ci fu la mancata nomina di Annalisa Vessella a una presidenza di commissione consiliare. Che nel poltronificio campano di solito non si nega a nessuno. La signora reagisce con un memorabile colloquio col quotidiano locale Metropolis, affermando all’incredulo cronista: “No, se potessi tornare indietro sui manifesti metterei il mio nome… Presentarmi come la moglie di Pisacane mi ha penalizzato, sono stata mortificata dall’Udc che sta facendo la guerra a mio marito, nell’Udc c’è chi ha avuto due incarichi e a me nemmeno una vice presidenza…”. Fino all’annuncio: “La prossima volta sarò la candidata Vessella”. Conclusioni: il marito ha lasciato l’Udc e ha aderito ai ‘Popolari di Italia Domani’, la nuova formazione del centro destra che verrà presentata sabato a Napoli. Indovinate a quale partito si è iscritta la moglie? Nei ‘Popolari di Italia Domani’. Lo abbiamo appreso da un comunicato dell’ufficio stampa del consiglio regionale. Nell’oggetto dell’email si legge ‘Consigliere Annalisa Vessella’. E basta.

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