A dieci giorni dall’assoluzione degli imputati per la strage di Piazza della Loggia, è in rete un appello sottoscritto dai parenti delle vittime e da altri esponenti della politica e della cultura per togliere il segreto di Stato.

Al Presidente della Repubblica, al Presidente del consiglio e ministri interessati, ai Presidenti di Copasir e delle Commissioni parlamentari d’inchiesta

Un’intera stagione, quella dello stragismo che ha macchiato di sangue l’Italia, rischia di essere archiviata a seguito della recente sentenza sulla strage di Piazza della Loggia, Brescia, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati. Un’assoluzione sulla quale ha pesato non il ricorso a segreti di Stato, bensì silenzi e reticenze di comodo, anche da parte di uomini appartenenti alle istituzioni.

Per garantire un cammino trasparente alla giustizia, anche in relazione al resto delle inchieste tuttora in corso per altri fatti di criminalità organizzata, e rendere possibile la ricerca storica su quegli anni, avvertiamo sempre di più una triplice esigenza:

  • chiediamo che siano aperti tutti gli archivi con una gestione che ne faciliti l’accesso a tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna;
  • chiediamo che vengano fatte decadere tutte le classificazioni di segretezza su tutti i documenti relativi all’evento – compreso i nominativi ivi contenuti – in possesso in particolare dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, che i documenti vengano catalogati e resi pubblici senza distinguere tra documenti d’archivio e d’archivio corrente;
  • chiediamo che in tal senso sia data piena attuazione alla legge del 3 agosto 2007, n.124 che regola il segreto di Stato la quale prescrive che, passati al massimo trent’anni dalla data in cui è stato apposto il segreto sull’evento e sui relativi documenti o dalla data in cui sia stato opposto al magistrato che indagava, tutti i documenti che si riferiscono all’evento siano resi pubblici e consultabili. Non è più accettabile che a tutt’oggi manchino gli specifici decreti attuativi. In tal senso il Freedom of Information Act statunitense ci pare un modello a cui è possibile ispirarsi

L’ipotesi, avanzata dalla commissione Granata nel Copasir, di reiterare il segreto di stato dopo trent’anni è inaccettabile.

Chiediamo alle nostre istituzioni di attivarsi il più decisamente possibile affinché gli Stati che sono oggetto di richieste di rogatorie internazionali collaborino fattivamente e rapidamente.

Occorre garantire alla verità e alla giustizia il giusto corso, non dobbiamo consegnare le generazioni che si sono succedute da allora ad oggi alla rassegnazione e all’avvilimento.

Auspichiamo una volontà politica reale volta all’accertamento di tutti i fatti criminali che hanno sconvolto la storia d’Italia.

I primi firmatari

Carlo Arnoldi (associazione vittime Piazza Fontana), Gianni Barbacetto (giornalista de Il Fatto Quotidiano), Alfredo Bazoli (associazione vittime Piazza della Loggia), Carole Beebe Tarantelli (psicanalista), Filippo Bertolami (sindacalista di polizia), Giovanni Bianconi (giornalista del Corriere della Sera), Paolo Bolognesi (associazione vittime della strage di Bologna), Daria Bonfietti (associazione vittime di Ustica), Giorgio Boatti (scrittore), Paolo Brogi (giornalista), Lucia Calzari (associazione vittime Piazza della Loggia), Angela Camuso (giornalista dell’Unità), Susanna Camuso (segretario generale della Cgil), Felice Casson (senatore), Antonio Celardo (associazione vittime Rapido 904), Paolo Corsini (deputato), Paolo Cucchiarelli (giornalista dell’Ansa), Fabio Cuzzola (storico), Olga D’Antona (deputato), Giuseppe D’Avanzo (giornalista di Repubblica), Conchita De Gregorio (direttore dell’Unità), Giuseppe De Lutiis (storico), Enrico Deaglio (giornalista), Giovanni Fasanella (giornalista di Panorama), Sergio Flamigni (storico), Dario Fo (attore), Anna Foa (storico), Milena Gabanelli (conduttrice di Report), Aldo Giannuli (storico), Ferdinando Imposimato (giurista), Francesco La Licata (giornalista de La Stampa), Claudio Lazzaro (giornalista), Paride Leporace (direttore Quotidiano della Basilicata), Gad Lerner (conduttore dell’Infedele), Stefania Limiti (giornalista) Carlo Lucarelli (scrittore), Otello Lupacchini (magistrato), Giovanna Maggiani Chelli (associazione vittime della strage dei Georgofili), Cristiana Mangani (giornalista del Messaggero), Brunello Mantelli (storico), Daniele Mastrogiacomo (giornalista di Repubblica), Manlio Milani (associazione vittime Piazza della Loggia), Gianluigi Nuzzi (giornalista di Libero), Antonio Parisella (storico), Valentino Parlato (giornalista del Manifesto), Paolo Pezzino (storico), Lorenzo Pinto (associazione vittime Piazza della Loggia)

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