Ha “capacità criminale”, e una “tendenza a delinquere”. Inoltre c’è la possibilità che si rifugi all’estero. Per questo i giudici tribunale di Milano hanno emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per Pier Paolo Brega Massone, l’ex primario della clinica “Santa Rita”, condannato a quindici anni e sei mesi per truffa, lesioni e falso lo scorso 28 ottobre. Brega Massone si trova già nel carcere di San Vittore, dopo essere stato arrestato nei mesi scorsi nell’ambito di un filone di indagine parallelo a quello che è sfociato nella condanna e in cui gli viene contestato il reato di omicidio.

I pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella hanno ritenuto opportuno richiedere un nuovo ordine di arresto perché’ l’8 novembre Brega Massone sarebbe tornato libero per la scadenza dei termini di custodia cautelare previsti dalla legge. Secondo i magistrati della quarta sezione penale Brega Massone ha “capacità criminale” e una “tendenza a delinquere”, e inoltre potrebbe fuggire all’estero. Questi sono i motivi per cui i giudici hanno accolto l’istanza.

Il collegio, presieduto da Maria Luisa Balzarotti, sostiene che, per via delle attività svolte a livello internazionale, l’ex primario “può contare – non solo in Italia, ma anche all’estero – su rapporti professionali e di conoscenza, oltre che sull’appoggio incondizionato di numerosi pazienti, come emerge con chiarezza da molteplici conversazioni telefoniche intercettate”. Questa possibilità gli è data anche per le “risorse economiche” che possono “consentire di effettuare e mantenere una scelta di latitanza” perché “l’imputato può contare non solo sui profitti conseguiti dall’attività criminosa”, ma anche sulla possibilità di svolgere “l’attività di medico chirurgo, notoriamente assai ricercata e ben remunerata anche all’estero”.

I giudici considerano anche che il medico della “Santa Rita” non ha mai fatto “qualsivoglia accenno di rivisitazione critica delle proprie condotte e, soprattutto, l’assenza di considerazione per le numerose vittime”. Anzi, si legge nel dispositivo dei giudici, ha sempre avuto “la ferma convinzione di essere vittima di un complotto e, comunque, di sentimenti di invidia maturati nell’ambiente professionale”.

Per il difensore del medico Luigi Fornari, il provvedimento “impone il doveroso interrogativo se il clima di odio” nei suoi confronti “facilmente percepibile nella ‘piazza’ fin dalle prime battute delle indagini, non abbia influenza sui processi in corso”. La motivazione del provvedimento “desta sconcerto”. Secondo il legale, infatti, “viene desunta l’esistenza di un pericolo di fuga dal fatto che il mio assistito ha pubblicato lavori scientifici all’estero e ha avuto ‘rapporti professionali e di conoscenza’ con colleghi chirurghi stranieri”. In questo modo, aggiunge, è “come se il rapporto di stima” che lega i ‘colleghi’ stranieri a Brega “fosse di per sé atto a trasformarli in potenziali favoreggiatori di chissà quali fughe e latitanze”.

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