Per tirarvi su il morale vi segnalo un link agghiacciante all’ultima intervista video di Jonathan Franzen col giornalista Sarfraz Manzoor del Guardian

Lo scrittore, reduce da un incontro con Obama che ha peraltro definito “delizioso”, sfoga la propria delusione nei confronti della “snervata” sinistra americana (delusione che pervade ogni pagina del suo nuovo romanzo), e non esita a paragonare gli Usa a uno “stato canaglia”. Nel libro – gli chiede l’intervistatore – lei sembra rimproverare agli americani una sorta di feticismo della libertà individuale, mentre si può forse essere altrettanto se non più liberi coltivando dei legami di tipo comunitario e solidale, come avviene nelle società europee. Infatti, conferma Franzen, forse è un problema che come popolo ci portiamo dietro da secoli, dallo sterminio degli indiani allo schiavismo. Una concezione “infantile” della libertà. Secondo lo scrittore più popolare d’America,  quelli che lasciarono l’Europa per il Nuovo Mondo erano probabilmente in gran parte dei disadattati e degli scontenti, che facevano fatica ad andare d’accordo coi vicini di casa. Ma nell’ultimo decennio, dopo l’11 settembre, questa sindrome si è aggravata, con effetti devastanti: “Il grado in cui siamo quasi diventati uno Stato canaglia, causando enormi problemi nel mondo nel tentativo di preservare la nostra libertà di guidare i Suv e tutto il resto…

Ma la risposta più eloquente è la risata imbarazzata di Franzen alla domanda se si sentisse più a suo agio in America quando aveva cominciato il romanzo, oppure adesso: “Mentre scrivevo c’era la speranza di qualche cambiamento significativo… Ora non abbiamo più un oggetto della nostra rabbia, ma la destra è più arrabbiata che mai”. Di qui lo scoraggiamento e l’ansia che regnano nell’opinione pubblica e nell’elettorato democratico alla vigilia delle elezioni di mid term.

Povero Obama: bel modo di ringraziarlo dell’accoglienza, e del contributo dato al lancio del romanzo (in agosto, il presidente si era portato in vacanza una copia staffetta, prima ancora dell’uscita nelle librerie, e aveva dichiarato di apprezzarlo tantissimo). È vero che Enduring Freedom porta la firma di Bush, e non la sua, ma adesso c’è lui alla Casa Bianca. E come può uno stato canaglia avere un presidente “delizioso”? I casi sono due: o non è un vero stato canaglia, oppure quel presidente è solo di passaggio, e presto per l’America e il mondo torneranno tempi cupi.

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