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Milano, pestaggio in caserma:
Tre carabinieri a giudizio

Comincia il 15 febbraio il processo ai tre militari coinvolti nell'episodio di violenza contro Luciano Ferrelli la notte del 12 agosto 2009
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Il gip di Milano Simone Luerti ha rinviato a giudizio due carabinieri, Piero Paolo Allia (44 anni di Asti) e Gianluca Pierro (29 anni di Roma), accusati di lesioni gravi per aver legato e picchiato un uomo in una caserma di Milano, dopo averlo fermato a bordo di un’auto rubata. Il giudice ha disposto il processo anche per un terzo carabiniere, Thomas Milici, 28enne di Catania. Stando alle carte, e come testimoniano le numerose intercettazioni telefoniche raccolte, Milici avrebbe tentato di “inquinare le prove e sviare le investigazioni programmando una falsa versione da rendere” negli interrogatori “dopo averla concordata con gli altri due imputati”.

La vicenda, “un pestaggio cileno“, secondo le parole di un investigatore, risale all’estate del 2009 ed è stata resa nota da Repubblica nel dicembre 2009, quando la Procura di Milano aveva indagato un appuntato dell’Arma sospettato  di avere agito in concorso con altri colleghi. I carabinieri, all’epoca in servizio nella caserma Montebello, avevano bloccato Luciano Ferrelli, 36 anni, originario di Foggia, con precedenti per droga, che stava guidando un’auto rubata, dopo aver incontrato alcuni pusher per una compravendita di eroina andata male. L’uomo era stato portato nella stazione dei carabinieri. Secondo l’accusa  sostenuta dal pm Antonio Sangermano, Allia si è procurato due manganelli e del nastro isolante e con il collega Pierro ha iniziato a pestare l’uomo incerottandogli la bocca per impedirgli di gridare. Secondo il rapporto dei medici legali le lesioni riportate gli hanno procurato “l’incapacità ad attendere alle mansioni originarie con una prognosi superiore ai 40 giorni”. Dopo l’aggressione, Ferrelli è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e poi portato a San Vittore.

Il giudice  ha condannato Ferrelli a un anno e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato, per il reato di calunnia. Dopo il pestaggio, l’uomo aveva “caricato” il racconto agli inquirenti per impressionarli. Nello specifico, Ferrelli aveva detto di aver perso un dente per un pugno in faccia, in realtà  mai ricevuto. Essendo pregiudicato, Ferrelli non ha ottenuto la sospensione condizionale della pena. Nel procedimento l’uomo  si è costituito parte civile.

Per i tre carabinieri il processo comincerà il prossimo 15 febbraio davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Milano.

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