Il caso

Via il fondo sanitario per i migranti. “Non cambia nulla, assistenza garantita”

Regioni - Salta la quota finora vincolata alle cure di chi è fuori dal sistema nazionale

4 Dicembre 2018

Svincolati. Parliamo di 30,99 milioni che fino a oggi erano destinati anche all’assistenza sanitaria degli immigrati “non iscritti al sistema sanitario nazionale”. Gli ultimi degli ultimi. Un emendamento alle legge di Bilancio presentato dalla maggioranza (Lega e M5S) dispone che i 30 milioni fino a oggi “vincolati” dal 2019 “confluiscono nella quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale” venendo così ripartiti tra le Regioni secondo criteri e modalità “in materia di costi standard”.

L’emendamento sarà votato oggi: “Parliamo di denari destinati a persone disperate. Che così perderanno quelle poche risorse che erano loro garantite”, spiega Stefano Fassina (Commissione Bilancio della Camera, LeU). Aggiunge: “Si tagliano 30 milioni che sono tanti per questi migranti. Ma una goccia nei 120 miliardi del bilancio della sanità”. A che cosa erano destinati i fondi vincolati? Alle cure mediche dei migranti, ma anche, si legge nell’emendamento, “alla riqualificazione dell’assistenza sanitaria e dell’attività libero-professionale”.

Ma la norma, se approvata, toglie cure ai migranti più indifesi? Sergio Venturi, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna (centrosinistra) non condivide l’allarme: “La richiesta delle regioni, di cui si fa carico l’emendamento, è motivata dalla necessità, più volte evidenziata, di disporre di tutte le risorse, sia indistinte che vincolate, nel momento del riparto del fondo sanitario, che in via ordinaria viene ripartito nella prima parte dell’anno. Le quote vincolate vengono invece ripartite in chiusura di esercizio finanziario e per cassa arrivano anche con due anni di ritardo”, sostiene Venturi. Ma i migranti sarebbero lo stesso tutelati? “Pur confluendo nella quota indistinta, le risorse mantengono la stessa finalizzazione, in quanto previste da specifiche normative di settore. Nel caso dell’assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al Sistema Sanitario Nazionale, permane l’obbligo di assistenza nelle forme previste dalla legge, e la partecipazione finanziaria dello Stato avviene ad inizio anno e non alla fine”.

Sonia Viale, assessore alla Sanità della Liguria (Lega), giura: “I migranti saranno curati sempre e comunque, è uno dei vanti del nostro sistema sanitario: assistere tutti”. La stessa Viale aggiunge: “Certo, bisogna combattere gli eccessi. Come avviene, in altro ambito, nel decreto Salvini che non concede più la residenza anagrafica e quindi la carta di identità della Repubblica Italiana ai migranti residenti in Sprar e Cas”.

Ma proprio questo collegamento allarma Fassina e fa sorgere, secondo l’opposizione, il dubbio che si tratti di un emendamento con un significato soprattutto politico anti-migranti: “Il combinato disposto del decreto Salvini e dell’emendamento rischia di avere effetti molto pesanti. Da una parte infatti si aumenta a dismisura il numero delle persone senza residenza anagrafica e dall’altra vengono svincolate le risorse che potevano curare queste persone escluse dal Sistema Sanitario. Quei milioni non risolvono i mali della sanità italiana, ma significavano molto per migranti che hanno bisogno di cure”.

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