Per la serie “facciamo come...”

Germania, sopravvivere ogni mese col part-time involontario

29 Settembre 2017

Michael ama il suo lavoro come commesso in una delle 60 sedi tedesche di Toys ‘R’ Us, la catena leader mondiale dei giocattoli. Offre ai bambini e ai loro genitori la gioia del gioco. Ma lui a trent’anni, padre di due bambini, non riesce a essere felice. Guadagna 9,5 euro all’ora, ma può fare massimo 25-30 ore settimanali.

L’hanno obbligato al part-time. Guadagna 850 euro netti al mese, che non bastano a pagare un affitto di 650 euro nella sua regione, il Nordreno-Vestfalia. Ha scritto varie lettere ai capi dell’azienda dove presta servizio, chiedendo di lavorare di più, ma la risposta è stata sempre la stessa: “Non offriamo contratti a tempo pieno” per i nostri impiegati. E questo anche quando si sono liberati tre posti: tre suoi colleghi sono andati via. “Ci spingono a lavorare in modo più veloce, più intenso”, racconta.

Ogni mese Michael chiede all’Ufficio per l’Impiego un supplemento di welfare di 200-300 euro, “una procedura umiliante, controllano tutto, il conto in banca, le nostre spese che sono veramente ridotte al minimo”.

In Germania ci sono 1,5 milioni di lavoratori part-time “involontari” e il 16% della popolazione vive a rischio povertà.

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