Zelensky: “Mosca vuole tutto il Donbass, ma noi non ci ritireremo”
La posizione negoziale russa “non è ancora cambiata: vogliono il nostro Donbass. E noi non vogliamo cedere il nostro Donbass”. Lo ha detto Volodymyr Zelensky dopo i round di colloqui di ieri della delegazione guidata dal presidente ucraino con gli inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Al centro del piano di pace c’è una radicale concessione territoriale: l’Ucraina cederebbe l’intera regione orientale del Donbass, sia le aree occupate dalla Russia sia quelle ancora controllate dalle truppe ucraine. Mentre la Russia ha occupato quasi tutti i villaggi delle regione di Luhansk, l’Ucraina continua a controllare parti significative dell’area di Donetsk, tra cui le città chiave di Sloviansk e Kramatorsk. Secondo il piano, le forze ucraine si ritirerebbero dalle aree rimanenti, che verrebbero quindi designate come zona demilitarizzata. Il territorio sarebbe riconosciuto a livello internazionale come appartenente alla Russia, sebbene alle truppe russe sarebbe vietato l’ingresso nella zona. “Gli americani vogliono trovare un compromesso, offrono una ‘zona economica libera’. E lo sottolineo ancora una volta: ‘zona economica libera’ non significa sotto la guida della Federazione Russa”, ha detto Zelensky dopo l’ultimo round di colloqui. “Né de jure né de facto riconosceremo il Donbass come russo, ovvero la parte temporaneamente occupata”, ha aggiunto, sottolineando che non esiste “consenso su questo tema” con gli americani.
Zelensky: “Oltre 30 Paesi disponibili per le garanzie di sicurezza sotto l’egida Ue”
“Molti Paesi sono davvero pronti ad aiutare”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa a L’Aja, rispondendo a una domanda sulla possibilità di una forza multinazionale guidata dall’Europa che dovrebbe contribuire a mantenere la pace in Ucraina. I vari Paesi potranno assumere ruoli diversi: dalla logistica all’intelligence, fino allo schieramento di truppe, ha spiegato. Con i Volenterosi “abbiamo redatto un documento, ma abbiamo deciso di non condividerlo – ha spiegato Zelensky -. Dopo il cessate il fuoco, sarà pronto e vedrete come contribuirà ogni Paese”. Oltre “trenta Paesi” sono disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza, ha aggiunto, ma “non tutti con le truppe”.
Zelensky: “I piani di pace saranno presentati a giorni alla Russia”
“Contiamo – ha detto il leader ucraino – su cinque documenti. Alcuni di essi riguardano garanzie di sicurezza: giuridicamente vincolanti, cioè votate e approvate dal Congresso degli Stati Uniti“. Il principale punto di scontro tra la squadra ucraina e i negoziatori statunitensi rimane la questione territoriale. Trump vuole che l’Ucraina rinunci alle parti della regione del Donbass che ancora detiene, mentre l’Ucraina vuole congelare le linee all’attuale punto di contatto. “Stiamo discutendo della questione territoriale. Sapete che è una delle questioni chiave. Al momento, non c’è ancora un consenso al riguardo”, ha detto Zelensky dopo i colloqui di Berlino.
Peskov: “L’ultima telefonata Putin-Trump? Il 16 ottobre”
L’ultima telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin? Il 16 ottobre scorso. Lo ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo ad una domanda dei giornalisti, dopo che ieri il presidente americano ha parlato di un colloquio telefonico con il presidente russo. “E’ relativamente recente”, ha detto il portavoce, rimandando “alla data del nostro ultimo annuncio ufficiale sulla loro conversazione”. E in effetti l’ultimo comunicato del Cremlino in proposito risale a due mesi fa.
L’Ungheria frena sull’allargamento: “No all’Ucraina nell’Ue”
L’Ungheria non sostiene le conclusioni sull’allargamento che dovrebbero essere adottate oggi nel corso della riunione a Bruxelles dei ministri degli Affari europei. “Abbiamo sul tavolo una bozza di conclusioni del Consiglio che al momento è sostenuta solo da 26. È l’Ungheria al momento a non sostenere” il documento, ha dichiarato a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue Marie Bjerre, ministra danese degli Affari europei. “Il motivo per cui Budapest non sostiene” le conclusioni “è perché vogliamo anche una formulazione forte sull’Ucraina, che sia giusta ed equa” ha spiegato la ministra che ha nuovamente lanciato un appello all’Ungheria affinché sostenga il testo. Bjerre ha ricordato “il forte sostegno all’Ucraina” mostrato durante la riunione informale dei ministri degli Affari Europei tenutasi la settimana scorsa a Leopoli, in Ucraina. “Kiev sta mantenendo i suoi impegni”, ha sottolineato la ministra, aggiungendo che il percorso di adesione di Kiev all’Ue “non è fermo, ma è in pieno svolgimento: sta funzionando a livello pratico, è solo formalmente” che i cluster negoziali “non sono stati aperti”.
Kiev: “Gruppo dei Volenterosi pronto a mandare truppe in Ucraina”
I leader dei paesi che fanno parte della Coalizione dei Volenterosi hanno espresso la loro disponibilità a inviare forze di supporto in Ucraina come parte delle garanzie di sicurezza dopo la fine della guerra. Lo ha affermato il vice capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Ihor Zhovkva, come riporta da RBC-Ucraina. “Senza rivelare dettagli, i leader europei che partecipano al formato ‘Coalizione dei Volenterosi – e c’è il cosiddetto Gruppo Multifunzionale Ucraina – sostengono lo spiegamento di forze di supporto”, ha affermato Zhovkva. “Sappiamo chiaramente quali paesi europei possono aiutare l’Ucraina a mantenere la pace e in quali formati. Dopotutto, questo formato funzionerà solo dopo il raggiungimento di un cessate il fuoco sul territorio ucraino e, in futuro, dobbiamo impedire che l’aggressione russa si ripeta”, ha sottolineato il vice capo dell’ufficio presidenziale.
Tajani: “Sugli asset russi congelati l’Italia ha riserve giuridiche”
“Noi abbiamo detto che abbiamo delle riserve per quanto riguarda i beni congelati, per quanto riguarda soprattutto la base giuridica. Vedremo, sarà il Consiglio poi a decidere”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza degli ambasciatori parlando con i giornalisti rispondendo ad una domanda sul possibile utilizzo degli asset russi per sostenere l’Ucraina, in vista della riunione dei leader del 18 dicembre.
Tajani: “Accolte le proposte italiane sulle garanzie di sicurezza”
Le prospettive riguardanti le garanzie di sicurezza per l’Ucraina “sono molto positive. Gli americani ne saranno parte” ed “hanno fatto chiaramente capire” che ci sarà un meccanismo simile “all’articolo 5 della Nato, che è anche la proposta italiana. Gli americani sono indispensabili soprattutto per la difesa aerea, per la protezione dello spazio aereo. Quindi lavoriamo intensamente perché gli obiettivi si possano raggiungere”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della Conferenza degli Ambasciatori parlando con i giornalisti degli esiti delle riunioni a Berlino sull’Ucraina con i leader europei, i rappresentanti americani e Volodymyr Zelensky. Tajani ha sottolineato che la “posizione dell’Italia è stata ancora una volta importante anche in sede di trattativa europea. Direi che, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa, le proposte dell’Italia sono state accolte perché erano proposte di buon senso”.
Cremlino: “Nessuna tregua di Natale, vogliamo un accordo di pace”
Mosca respinge le richieste di una tregua natalizia in Ucraina. “Vogliamo la pace, non vogliamo una tregua per concedere una pausa all’Ucraina per prepararsi a continuare la guerra”, ha detto Dmitry Peskov. “Ora la questione è se stiamo per raggiungere, come dice il presidente Trump, un accordo o no”, ha aggiunto il portavoce del Cremlino. Ma se gli ucraini, anziché a un’intesa di pace, puntano a “decisioni momentanee e non praticabili, allora difficilmente siamo pronti a partecipare a questo”, ha concluso il portavoce di Vladimir Putin, citato dall’agenzia Interfax.