Tajani: “Inutile riconoscere la Palestina senza condizioni”
“Senza sventolare bandiere di comodo, lavoriamo concretamente, in maniera operativa, per la nascita di un vero Stato palestinese, creando in questo modo le premesse per la soluzione a due Stati. Lo voglio ribadire con chiarezza. Riconoscere uno Stato senza prima creare le condizioni per la sua nascita non produrrebbe alcun effetto, se non quello di allontanare la pace”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’informativa al Senato. “Voglio ribadire qui con forza che l’Italia è a favore della nascita di uno Stato che permetta al popolo di Palestina di realizzare il proprio sogno: vivere in sicurezza a casa propria”.
Egitto avverte gli Usa: “Conseguenze devastanti” con attacchi condotti come in Qatar
L’Egitto ha avvertito gli Stati Uniti che ci saranno “conseguenze devastanti” se venissero condotti attacchi contro funzionari di Hamas mentre si trovano in territorio egiziano. Lo scrive il quotidiano libanese Al-Akhbar citando proprie fonti dopo l’attacco condotto da Israele contro la leadership di Hamas a Doha, in Qatar. Secondo il giornale, l’Egitto ha anche espresso la sua disponibilità a ospitare i leader dei gruppi che hanno sede a Gaza, tra cui Hamas, e a fornire loro protezione durante la loro permanenza sul suo territorio.
Cinque divisioni dell’Idf “pronte all’offensiva a Gaza City”
Cinque divisioni dell’Idf, composte da decine di migliaia di soldati, sono pronte a partecipare alla prossima offensiva a Gaza City. Lo afferma l’esercito israeliano, ripreso dal Times of Israel, annunciando che la 36/ma divisione è stata ritirata da Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza, dopo diversi mesi di operazioni contro Hamas, e ora si sta preparando per l’imminente offensiva di Gaza City.
La ricercatrice russo israeliana Elizabeth Tsurkov è stata rilasciata in cambio di garanzie su Iraq
La ricercatrice russo israeliana Elizabeth Tsurkov è stata rilasciata dalla milizia sciita Kataib Hezbollah in cambio delle “garanzie che l’Iraq non sarà obiettivo di raid di Israele o degli Stati Uniti”. Lo scrive il giornale libanese Al-Akhbar vicno a Hezbollah, secondo il quale Baghdad temeva una escalation dopo l’attacco israeliano su Doha, in Qatar. Vari media avevano anche riferito che Israele aveva individuato 26 obiettivi da colpire all’interno dell’Iraq se Tsurkov non fosse stata rilasciata. La ricercatrice era stata rapita nel marzo del 2023 a Baghdad.
La madre di un ostaggio: “Israele vive sotto una dittatura: guai a contestare Netanyahu”
Israele vive sotto una dittatura: guai a contestare Netanyahu. Lo ha detto in un’intervista ad Army Radio, Anat Angrest, madre di Matan Angrest, uno degli ostaggi detenuti da Hamas, che ha accusato il governo israeliano di aver messo a repentaglio le trattative per il rilascio degli ostaggi. Il primo ministro israeliano è un uomo freddo nei confronti dei suoi cittadini, ha aggiunto, criticando la mancanza di comunicazione del governo con le famiglie degli ostaggi. Quando le è stato chiesto se sa perché i funzionari dell’Idf non si esprimono pubblicamente contro la guerra, la Angrest ha risposto che tutto dipende dalle decisioni di un solo uomo: “Tutti coloro che finora si sono espressi a favore di un accordo sono stati licenziati e sostituiti: viviamo sotto una dittatura”. “Proprio quando la squadra di Hamas avrebbe potuto accettare l’accordo sul tavolo, è stato fatto un tentativo di eliminarli”, ha detto ancora la Angrest: “È ovvio che il primo ministro non è interessato a un accordo o a porre fine alla guerra, nonostante il prezzo elevato delle vite dei soldati e di quelle degli ostaggi che si consumano”.
“Idf arresta quattro persone nel villaggio di Silat al-Dhahr”
Le forze armate israeliane hanno arrestato all’alba quattro persone nel villaggio di Silat al-Dhahr nel governatorato di Jenin in Cisgiordania. Lo riporta Wafa spiegando che fra di loro figura anche il sindaco Abdul Fattah Abu Ali. L’Idf – viene spiegato – avrebbe fatto irruzione nelle loro abitazioni.
Netanyahu chiede via libera a nomina David Zini a capo dello Shin Bet
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ufficialmente richiesto che il Comitato consultivo per le nomine senior, guidato dall’ex presidente della Corte suprema Asher Grunis, approvi la nomina di David Zini a capo dello Shin Bet. Lo riporta il sito di Haaretz che fa riferimento a una lettera indirizzata a Grunis da Netanyahu. Nella missiva il premier israeliano ha chiesto che il comitato prendesse in considerazione la nomina di Zini per consentirne la conferma il 21 settembre, citando “le sfide alla sicurezza che lo Shin Bet sta affrontando e l’urgente necessità di un capo permanente dello Shin Bet”.
Idf: “Circa 200.000 persone hanno lasciato Gaza City”
Decine di migliaia di palestinesi hanno evacuato Gaza City nei giorni scorsi, portando il numero totale di coloro che hanno lasciato la zona nelle ultime settimane a circa 200.000. Lo ha reso noto l’esercito israeliano. Si stima che circa un milione di palestinesi risiedessero nella città di Gaza prima che le Idf iniziassero a preparare la grande offensiva contro Hamas nella città di Gaza. Martedì, le Idf hanno ordinato a tutta la città di Gaza di evacuare immediatamente prima dell’offensiva pianificata. Ai civili è stato ordinato di dirigersi verso una zona umanitaria designata da Israele, nella parte meridionale della Striscia.
Oms: “Resteremo a gaza City nonostante l’ordine di evacuazione”
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e i gruppi partner rimarranno a Gaza City nonostante gli ordini di evacuazione impartiti dall’esercito israeliano. Lo ha scritto su X il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “L’Oms è scioccata dall’ultimo ordine di evacuazione, che chiede che un milione di persone si trasferiscano da Gaza City in una cosiddetta ‘zona umanitarià nel sud designata da Israele”, ha scritto il responsabile dell’Oms. “La zona non ha né le dimensioni né la portata dei servizi per supportare coloro che sono già lì, per non parlare dei nuovi arrivi”, ha affermato. “Quasi la metà degli ospedali funzionanti si trova a Gaza City”, ha aggiunto. Tedros ha anche chiesto alla comunità internazionale di agire, anche attraverso un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e di chi è “arbitrariamente detenuto”, e garantendo la protezione dell’assistenza sanitaria, degli operatori umanitari e dei civili nel territorio palestinese. “Questo disastro è causato dall’uomo e la responsabilità rimane di tutti noi” la sua conclusione.
Houthi: “Almeno 35 morti e 130 feriti dopo attacchi di Israele”
I ribelli Houthi dello Yemen hanno comunicato che il bilancio degli attacchi aerei israeliani di ieri contro le loro postazioni nel Paese hanno causato la morte di almeno 35 persone e il ferimento di oltre 130. La maggior parte delle vittime degli attacchi si trovava nella capitale Sanàa, dove sono stati colpiti un quartier generale militare e una stazione di rifornimento, secondo quanto riferito dal ministero della Salute yemenita. L’esercito israeliano ha sferrato gli attacchi pochi giorni dopo che i ribelli Houthi avevano lanciato un attacco con droni contro un aeroporto israeliano.