Zaluzhny rifiuta colloquio con Vance
L’ex comandante in capo delle forze armate ucraine e ora ambasciatore nel Regno Unito Valeriy Zaluzhny ha rifiutato di parlare al telefono con il vicepresidente statunitense J.D. Vance. Lo scrive il Guardian citando interlocutori anonimi a conoscenza della vicenda. Il team di Vance ha “provato vari canali diplomatici e di altro tipo” per raggiungere Zaluzhny, secondo una delle tre persone a conoscenza. Il tentativo di contatto sarebbe avvenuto lo scorso marzo dopo il battibecco pubblico tra Volodymyr Zelensky e il presidente americano, Donald Trump, alla Casa Bianca. Tuttavia, l’ambasciatore – ha riferito la fonte – dopo essersi consultato con il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, avrebbe rifiutato di rispondere alla chiamata.
Zelensky: “Da Mosca non vedo concessioni nei colloqui”
“Per quanto riguarda le concessioni della Russia, non ne so nulla. Non credo che le cose dette dalla parte russa, ovvero che sono pronti a non continuare a occupare l’Ucraina, siano concessioni. Non credo che siano concessioni il fatto che ci stanno offrendo di ritirarci da territori che la Russia non controlla”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky citato da Ukrainska Pravda. Zelensky ha aggiunto che la tempistica dell’incontro tra i leader dipende esclusivamente da Russia e Usa. “Perché sono stati gli Stati Uniti a proporre, lo ricordo, il 7 marzo un cessate il fuoco. Noi lo abbiamo sostenuto”, ha spiegato.
Fonti: “Buoni progressi su garanzie a Kiev”
Negli ultimi dieci giorni gli Stati Uniti si sono concentrati sulla componente relativa alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e hanno compiuto “progressi significativi”. Lo si apprende da fonti europee vicine ai negoziati. L’Ucraina – e lo ha ripetuto anche nel corso della riunione dei ministri degli Esteri del G7 – chiede che le garanzie siano “giuridicamente vincolanti”, truppe europee sul suo territorio con il sostegno degli Usa. “La Russia e la Cina – ha sottolineato Kiev ai suoi alleati – non possono garantire la nostra sicurezza, l’esperienza dell’Osce non ha funzionato, ed è quindi necessario un meccanismo simile all’articolo 5; l’adesione all’Ue è pure elemento integrante delle garanzie di sicurezza”. Tutte le parti concordano poi che “le forze armate ucraine sono la garanzia di sicurezza più forte”. Gli Usa, al momento, stanno poi ponendo la questione “dell’innesco”, ovvero la definizione chiara di cosa farà scattare le garanzie stesse. Washington, a questo punto, vuole comprendere – si apprende ancora – ciò che i Paesi della Coalizione “sono pronti a concordare” prima di assumere un “impegno giuridico”. Sul punto a Bruxelles fanno notare che l’articolo 5 della Nato è sì “giuridicamente vincolante” ma deve essere prima “attivato collettivamente” dall’Alleanza. Insomma, non è automatico. Un elemento importante che potrebbe ripetersi nel meccanismo allo studio dei Volenterosi.
Polonia: “No all’invio delle nostre truppe in Ucraina”
Varsavia ribadisce la propria opposizione all’invio di truppe polacche in Ucraina come parte delle garanzie di sicurezza al Paese. “La Polonia non ha intenzione di inviare soldati in missione in Ucraina dopo la fine della guerra, ma saremo responsabili dell’organizzazione logistica degli aiuti e della difesa del confine europeo con Russia e Bielorussia” ha dichiarato il primo ministro polacco Donald Tusk in conferenza stampa congiunta con l’omologo canadese Mark Carney. Durante la visita in Ucraina, il premier canadese aveva dichiarato il suo sostegno alle richieste di Kiev di solide garanzie di sicurezza come parte di qualsiasi accordo di pace, incluso l’invio di truppe in Ucraina. Dopo la missione a Varsavia, Carney farà tappa in Germania e Lettonia.
Nel weekend incontro tra le delegazioni americana e ucraina
Alla fine della settimana una delegazione ucraina terrà una serie di incontri con gli alleati americani per elaborare un piano di base per le garanzie di sicurezza. Lo ha annunciato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store a Kiev, citato da Rbc Ukraine. Zelensky incontrerà oggi l’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Keith Kellogg, “per approfondire l’argomento e per sviluppare i preparativi per un possibile futuro incontro con la parte russa”, ha spiegato il presidente ucraino.
Premier norvegese in visita a Kiev
Il premier norvegese, Jonas Ghar Store, è a Kiev dove è stato accolto stamani all’arrivo nella stazione della capitale ucraina da Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky, e dal ministro degli Esteri, Andrii Sybiha, come annunciato da quest’ultimo. “La Norvegia è uno dei nostri più stretti alleati – ha scritto Sybiha su X – La visita del premier per colloqui con il presidente Zelensky è un segnale forte di solidarietà e sostegno per la nostra popolazione”. “E’ importante per noi sentire il sostegno degli alleati veri – ha scritto su X Yermak – La Norvegia è sempre stata al fianco della nostra gente, con assistenza significativa per la nostra difesa e noi apprezziamo questa solidarietà seria”. A Kiev è arrivato oggi anche il vicecancelliere tedesco, Lars Klingbeil.
Russia conquista un villaggio nella regione di Dnipropetrovsk
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che i suoi militari hanno preso il controllo del villaggio di Zaporizke, nella regione ucraina di Dnipropetrovsk: lo riportano le agenzie russe.
Cina: “Nostre forze di peacekeeping in Ucraina? Tutto falso”
La Cina per la seconda volta negli ultimi mesi esclude l’ipotesi di coinvolgimento nelle forze di peacekeeping in Ucraina, in merito a quanto riportato da Die Welt secondo cui i rappresentanti diplomatici di alcuni Paesi Ue hanno detto che Pechino avrebbe espresso la volontà di partecipare a una possibile “forza internazionale di mantenimento della pace” su mandato Onu in caso di soluzione del conflitto Kiev-Mosca. “Le notizie in questione non sono vere”, ha notato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun. “La posizione della Cina sulla crisi ucraina è coerente e chiara”, ha aggiunto nel briefing quotidiano.
Germania: “Servono garanzie di sicurezza affidabili per l’Ucraina”
Il ministro delle Finanze e vicecancelliere tedesco, Lars Klingbeil, ha chiesto oggi “garanzie di sicurezza affidabili” per l’Ucraina, al suo arrivo a Kiev per discutere un contributo di Berlino ad un possibile processo di pace nella guerra con la Russia. “In stretta collaborazione con il cancelliere federale, sto cercando di determinare come la Germania possa sostenere al meglio l’Ucraina in un eventuale processo di pace”, ha dichiarato Klingbeil al suo arrivo nella capitale ucraina, secondo un comunicato stampa. Il socialdemocratico ha chiesto un cessate il fuoco e “garanzie di sicurezza affidabili che assicurino una pace duratura per l’Ucraina”. Il vicecancelliere ha promesso inoltre che “la Germania si assumerà le proprie responsabilità”, ha promesso.
Kiev: “Abbattuti nella notte 76 droni su 104”
Le forze russe hanno attaccato l’Ucraina la notte scorsa con 104 droni di vario tipo, inclusi i kamikaze Shahed, 76 dei quali sono stati abbattuti o neutralizzati con sistemi di guerra elettronica dalle difese aeree del Paese: lo ha reso noto su Telegram l’Aeronautica militare di Kiev. Ventotto velivoli senza pilota nemici hanno colpito 15 località ed i detriti dei droni distrutti sono caduti in quattro località.