Crac Svb, la diretta – Borse in profondo rosso. Milano chiude a -4%. Biden: “Ora regole più stringenti. I manager dovrebbero essere licenziati”

Gli investitori scommettono su una virata nella politica monetaria restrittiva delle banche centrali per disinnescare i rischi di contagio legati al fallimento di Silicon Valley Bank (leggi), seguito da quello di Signature bank. Il governo Usa si muove per evitare l'effetto domino. Hsbc compra la filiale britannica per 1 sterlina

Aggiornato: 12:29

  • 11:22

    Svb grande finanziatrice di rinnovabili, progetti nuovi impianti a rischio

    Il collasso di Svb fa tremare anche il comparto delle start up americane impegnate nelle rinnovabili. Come evidenzia un articolo del New York Times la banca lavorava con oltre 1500 aziende impegnate nello sviluppo del solare, idrogeno e altre tecnologie per la transizione ecologica che aveva finanziato per miliardi di dollari. Il più colpito è il comparto del solare dove l’istituto di credito finanziava o parteciva al 62% dei progetti di comunità energetiche.

  • 11:20

    Hsbc compra la filiale britannica di Svb per una sterlina

    La filiale britannica della Silicon Valley Bank (Svb), banca californiana fallita, è stata venduta al gigante bancario britannico Hsbc per 1 sterlina, secondo le dichiarazioni del Tesoro britannico e di Hsbc di questa mattina. Hsbc Uk Bank, la filiale britannica del gigante bancario, “acquisisce Silicon Valley Bank Uk Limited per un importo nominale di 1 sterlina”, afferma la banca britannica in un comunicato. “Silicon Valley Bank (Uk) è stata venduta oggi a HSBC. I clienti di SVB UK potranno accedere ai loro depositi e servizi bancari normalmente a partire da oggi”, ha dichiarato il Tesoro. Al 10 marzo, Svb Uk deteneva prestiti per circa 5,5 miliardi di sterline e depositi per circa 6,7 miliardi di sterline, secondo HSBC, che ha dichiarato che “le attività e le passività delle società madri di SVB UK sono escluse dalla transazione”.

  • 11:18

    Il ministro Le Maire: “Banche francesi al sicuro da possibili contagi”

    Il ministro delle Finanze francesi, Bruno le Maire, non vede rischi di contagio per le banche del paese dal crollo di Svb visto che il settore “è solido”. Parlando a France Info, il ministro ha spiegato che “quello che è successo negli Stati Uniti è unico, con una banca che è esposta esclusivamente al settore tecnologico”. “Non c’è un allarme specifico per il settore bancario francese, certamente stiamo seguendo la vicenda strettamente” ha aggiunto. Sulla borsa di Parigi Bnp Paribas perde oltre il 5%, Credit Agricole e Société Générale oltre  il 4%

     

  • 11:11

    Scivolano le borse europee: Milano maglia nera, perde il 3,2%

    Scivolano le borse europee, che continuano a pagare lo shock innescato sul mercato dal fallimento di Silicon Valley bnk e dai timori di ulteriori contagi al sistema finanziario, prima americano e poi globale. Parigi cede l’1,4%, Londra l’1,1% e Francoforte l’1,4%, mentre Milano indossa la maglia nera, con il calo del Ftse Mib che tocca il 3,2%, affossato dal peso dei titoli bancari sull’indice. Bper cede il 7,1%, Mps il 6,5%, Intesa il 5%, Unicredit il 4,4%, mentre Banco Bpm è in asta di volatilità. Tensione anche sullo spread Btp-Bund, che sfiora i 187 punti nonostante il rendimento del decennale italiano sia sceso sotto il 4,2%, in scia alle scommesse per un allentamento della pressione della Bce sui tassi.

  • 11:08

    Crollano i rendimenti dei titoli di Stato: il Bund biennale a -44 punti base

    Crollano i rendimenti dei titoli di Stato in tutto il mondo, con gli investitori che scommettono su una virata nella politica monetaria restrittiva delle banche centrali allo scopo di disinnescare i rischi di contagio legati al fallimento di Silicon Valley Bank. Gli strappi più importanti si registrano sui titoli di Stato a due anni dell’Eurozona, con il rendimento del Bund tedesco che scende di 44 punti base e quello dell’Oat francese di 46, mentre per il Btp il calo è “contenuto” a 29 punti. I trader vedono il terminal rate della Bce collassare al 3,56%. Gli effetti si vedono anche sull’euro, che riduce allo 0,25% il rialzo sul dollaro, con cui scambia a 1,067.