Governo, lunedì incontro Meloni-Berlusconi nella sede di FdI – IL PUNTO
Il momento del chiarimento è fissato per domani pomeriggio alle 16. A quell’ora Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si incontreranno per cercare di siglare una tregua dopo il caos scaturito dagli appunti dell’ex premier immortalati al Senato. Dopo una serie di contatti telefonici con Berlusconi, il faccia a faccia è fissato negli uffici di FdI, in via della Scrofa. Con l’auspicio di entrambe le parti di un epilogo ben diverso rispetto all’incontro di giovedì scorso alla Camera.
Intanto tra gli alleati il clima pare essere stato stemperato dal lavoro dei pontieri, lungo l’asse fra Gianni Letta (che oggi è andato ad Arcore) e il nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa. Un punto di caduta potrebbe alla fine trovarsi sulla Giustizia. Meloni per quel posto pensa da tempo all’ex magistrato Carlo Nordio. Ma, secondo varie ricostruzioni, ci sarebbero margini di trattativa. In alternativa Berlusconi è pronto a rivendicare il Viminale (con una figura di alto profilo, di garanzia), o il Mise, che è però uno dei dicasteri chiave per la premier in pectore. Altrimenti, in ultima istanza, Fi chiederebbe un ministero in più di quelli della Lega.
Finora sono quattro quelli attribuibili a Forza Italia, fra cui gli Esteri per Antonio Tajani. Ad ogni modo, l’esito della trattativa dovrà incastrarsi con i desiderata della Lega che non sembra incline a rinunciare al Viminale, e si è già assicurata il Mef con Giancarlo Giorgetti (a meno che si riapra l’opzione di Fabio Panetta).
“Si mettano l’anima in pace: siamo qui per risollevare la nostra Nazione. Sarà un percorso pieno di ostacoli, ma daremo il massimo. Senza mai arrenderci”, ha scritto oggi Meloni criticando gli “attacchi scomposti della sinistra, un vero e proprio insulto ai cittadini che hanno scelto da chi essere rappresentati”. L’ultimo affondo del Pd è arrivato pochi minuti dopo. “Nella trattativa per la formazione del governo entrano in campo i figli di Berlusconi, cioè i proprietari di Mediaset – ha notato Enrico Borghi -. Di cosa parlano con Meloni? Del futuro dell’azienda? Cose inconcepibili in qualunque altro paese occidentale”.
Di certo, le tensioni dopo lo strappo di Fi in Senato e lo scontro sul caso degli appunti, hanno prodotto incertezza dentro Forza Italia. Non solo per gli scenari legati al governo, ma anche per il subbuglio che attraversa il partito. Dopo l’esclusione dal governo per il veto di Meloni, Licia Ronzulli mira alla guida del gruppo al Senato, e un azzurro a lei vicino, Giorgio Mulè è l’alternativa a Barelli per Montecitorio.