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Marco Travaglio

Non in nostro nome

Di Marco Travaglio

Direttore del Fatto Quotidiano

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Benjamin Netanyahu, il più efferato terrorista del mondo che governa Israele, è riuscito a rinviare un’altra volta la sua fine politica con l’unico sistema che conosce: la guerra. Solo che ora la sua guerra privata – mascherata da legittima difesa contro l’Impero del Male degli ayatollah che pretendono di avere l’atomica come Israele, ma per l’Impero del Bene c’è chi può e chi non può – rischia di trascinare i suoi alleati nel terzo conflitto mondiale. Che, se dipendesse da lui, sarebbe già scoppiato. In 20 mesi ha aperto sette fronti in casa d’altri come se fosse a casa sua: Gaza, Cisgiordania, Iran, Libano, Siria, Iraq, Yemen. Ma nessuno dei suoi alleati, a parte i fervorini e le condanne a parole, ha fatto nulla per prenderne le distanze. La litania dell’aggressore e dell’aggredito vale per la Russia e l’Ucraina, non per Israele e i suoi vicini: altrimenti Tel Aviv avrebbe subìto sanzioni ben più devastanti di quelle che hanno colpito Mosca. Invece siamo sempre a zero.
Si dirà: ma Israele è alleato di Usa e Ue. Vero, ma proprio questo è il guaio: se fosse nostro nemico potremmo cinicamente ignorare i suoi massacri. Ma proprio perché è amico non possiamo: ci rende complici dei suoi crimini e ci infila nel mirino del terrorismo islamico, oltreché dell’Iran&C.. Che, se dovranno scegliere chi colpire, partiranno da chi è più vicino o meno lontano da Netanyahu. Trump, che tentava di risolvere la questione del nucleare iraniano col negoziato, coinvolgendo le satrapie sunnite e dietro le quinte Putin e Xi, prende le distanze dall’attacco. Ma non molla l’alleato fuori controllo che gli bombarda il tavolo (uno dei bersagli è il negoziatore di Teheran) e lo tira per il ciuffo verso la guerra totale. Ma il caso più incredibile sono l’Ue e l’Italia. Anziché inseguire i ridicoli fantasmi dell’invasione russa provocando Mosca con un folle riarmo, dovrebbero prendere atto che la vera minaccia viene da Israele, che ci mette contro il Medio Oriente e il Nordafrica. Quindi chiudere al più presto la guerra in Ucraina; riallacciare rapporti decenti con Russia e Cina; rompere ogni rapporto con Tel Aviv finché sarà governato dal terrorista; e coinvolgere le tre grandi potenze in un negoziato globale che incolli i cocci della guerra mondiale a pezzi prima che sia troppo tardi. Invece, dopo i pigolii tardivi su Gaza, tornano armi a bagagli dalla parte di Bibi. L’Italia, fin dagli anni 70, si è costruita un ruolo di ponte fra l’Occidente e il mondo arabo ed è stata sempre l’ultimo obiettivo del terrorismo islamista. Ora la linea di Meloni, Tajani&C. disegna un bersaglio sulla schiena di tutti noi cittadini. Se questi sovranisti della domenica non hanno osato finora condannare Netanyahu per i gazawi sterminati, lo facciano ora almeno per noi italiani.