La perizia sul Dna di Sempio: “A Garlasco era suo al 99%”

La quasi certezza della Procura di Pavia che il profilo Y maschile del Dna di Andrea Sempio, indagato in concorso per omicidio, sia pressoché sovrapponibile a due delle tre porzioni repertate dai margini ungueali di Chiara Poggi si basa sull’estrazione di cinque profili maschili differenti. Questi sono stati individuati su altrettanti Dna e successivamente comparati con gli aplotipi Y (sequenze genetiche trasmesse per linea paterna) trovati sulle unghie della vittima, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta di Garlasco. Di più: il match è risultato per uno solo dei cinque ed è stato possibile partendo dall’analisi delle decine di reperti che il Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano a partire dal 2023 ha portato all’attenzione dei consulenti. Tra questi tre oggetti hanno dato esito positivo per la comparazione. Si tratta di tre bottiglie d’acqua: due da un litro e mezzo di marca Lauretana e una da mezzo litro marca Maniva, tutte individuate nella spazzatura di una abitazione che si trova in località Madonna della Bozzola a pochi passi dal Santuario e vicina alla cittadina di Garlasco.
Le 62 pagine di consulenza della dottoressa Pierangela Grignani e del professor Carlo Previderè, incaricati dai pm, arrivano a concludere che la traccia genetica attribuita a Sempio dai consulenti della difesa di Alberto Stasi, è “perfettamente sovrapponibile”. Si svela così per la prima volta uno dei cardini principali sui quali si basa l’indagine alternativa rispetto a quella che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni. Naturalmente il dato è di parte e si fonda su un punto di partenza altrettanto di parte e cioè il Dna di Sempio estratto in modo, diciamo così, naïf dalla difesa. È questo il motivo che rende decisivo il prossimo incidente probatorio che si baserà sul Dna di Sempio acquisito formalmente dai carabinieri.
Detto questo, i consulenti dei pm di Pavia partono da un dato: le tracce biologiche sulle unghie sono comparabili. E questo in contrasto con quanto spiegato dal perito della Corte d’Appello di Milano. Si legge nella relazione Previderè: “La valutazione dei risultati compiuta dal perito Professor De Stefano si è, in conclusione, basata sulla non riproducibilità dei risultati analitici nei differenti esperimenti tale da non consentire di trarre alcuna considerazione sia in positivo (cioè riferita ad una possibile compatibilità con i campioni di comparazione) che in negativo (cioè di esclusione rispetto ai campioni di comparazione)”. Dal canto loro, invece, i consulenti dei pm ritengono che “gli aplotipi (porzione cromosomica, ndr) ottenuti dal perito (…) dai margini ungueali dei campioni identificati possano essere utilizzati per comparazioni con campioni di riferimento”.
Si tratta come detto di tre parti dei margini definiti mano destra 5, sinistra 1, sinistra 4. Parti che vengono comparate con il profilo Y di Alberto Stasi, la cui presenza è esclusa per tutte e tre, e con quello “asseritamente attribuito ad Andrea Sempio” e identificato con il codice CT28112016. Da qui una prima conclusione: “L’esito di tale iniziale verifica è il riscontro della sistematica presenza degli alleli dell’aplotipo del soggetto identificato dal codice CT28112016 in quelli ottenuti dall’analisi dei campioni identificati come mano dx5 e mano sxl. Di conseguenza, è possibile escludere che il soggetto identificato dal codice CT28112016 abbia contribuito con proprio materiale biologico a originare il campione dei margini ungueali di Chiara Poggi identificato come campione mano sx4”. Come si diceva, quindi, il presunto profilo di Sempio compare su due delle tre tracce. La terza, dunque, la 4 della mano sinistra è un ignoto.
Inoltre per le due tracce comparate positivamente, i periti scrivono che “l’aplotipo riscontrato è molto più probabile se originato dal soggetto di comparazione (il profilo assunto di Sempio) e un soggetto di sesso maschile sconosciuto rispetto all’ipotesi che sia stato originato da due soggetti sconosciuti non correlati al soggetto di comparazione”. I consulenti della Procura poi passano a elencare la lista degli oggetti portati dai carabinieri di Milano. “Dall’analisi dei numerosi reperti consegnatici – si legge a pagina 48 – sono emersi cinque differenti aplotipi Y, riconducibili a cinque differenti linee maschili”. Il primo deriva da mozziconi di sigaretta. Il secondo dal bordo di un bicchiere di plastica. Il terzo da una lametta e da altri mozziconi. Il quarto da un altro bicchiere e da un bastoncino. Infine, l’ultimo profilo maschile, quello che ha dato esito positivo, deriva da tre bottiglie d’acqua e cioè i reperti classificati 31/23/4G, 4H e 4I.
Da qui i consulenti: “L’esito di tale comparazione non ha consentito di escludere che il soggetto di sesso maschile cui sono riferibili i campioni biologici ottenuti, e tutti i suoi parenti correlati in linea paterna maschile, abbiamo contribuito a originare i campioni biologici prelevati dai margini ungueali di Chiara Poggi (mano destra 5 e sinistra 1)”. Di più: “Di rilievo è, inoltre, il dato della perfetta sovrapponibilità di tale profilo aplotipico ottenuto dai reperti con quello del soggetto di sesso maschile di comparazione, in precedenza identificato come CT28112016” e cioè Andrea Sempio come “determinato dal Consulente della difesa”. Dunque, per l’accusa il profilo maschile di Sempio supposto presente sulle unghie di Chiara corrisponde a quello estratto dalle tre bottiglie d’acqua. Ora perché i carabinieri di Milano per trovare il profilo di Sempio siano andati a frugare in località Madonna della Bozzola nella spazzatura di una persona il cui nome non era mai emerso fino a oggi, resta un dato ancora da spiegare.