Il mondo FQ

Garlasco, l’impronta “33” “può essere del 13 agosto”

Secondo gli inquirenti sarebbe possibile datare la traccia di Sempio sul muro delle scale. Analisi pure su un reperto prelevato dalla porta d’ingresso
Garlasco, l’impronta “33” “può essere del 13 agosto”
Icona dei commenti Commenti

Seconda parete a destra, quella che accompagna la fine della scale verso la tavernetta di via Pascoli a Garlasco dove il 13 agosto 2007 fu trovato il corpo di Chiara Poggi. Qui, poco distante e al di sopra del cadavere, è individuata la traccia palmare 33, definita di “utilità nulla” e “priva di sangue” dal Ris di Parma che non ne trovò allora il match biologico e che oggi sappiamo, dopo la consulenza disposta dalla Procura di Pavia, appartenere al palmo di Andrea Sempio, unico indagato in concorso con ignoti per l’omicidio.

Ora però, in attesa di comprendere se l’intonaco grattato dal Ris che ha fatto emergere l’impronta sia stato conservato per scovare tracce biologiche, gli inquirenti sono arrivati a ipotizzare una possibile datazione di quella impronta che potrebbe essere del giorno dell’omicidio. A questa ipotesi di lavoro si è arrivati non con accertamenti scientifici, ma attraverso un ragionamento che parte dalla storia “dattiloscopica” delle due pareti vicine tra loro, che portano alla cantina e alla fine delle quali fu ritrovato il corpo. Le tracce individuate su entrambi i muri sono solo quelle di Sempio e di un carabiniere che interviene per i primi rilievi quel 13 agosto, a meno di non voler ipotizzare che l’allora militare della compagnia di Vigevano fosse entrato nella villetta anche nei giorni precedenti. Sono sei le tracce identificate sulle due pareti dove in totale risultano repertate 24 impronte. E fatta salva l’ombra impercettibile di un pollice sinistro di Marco Poggi (n. 36), fratello di Chiara, emergono evidenti quella di Sempio e quelle del militare numerate in rapida sequenza a disegnare la discesa del carabiniere lungo le scale per i sopralluoghi. E dunque se la 33 è la palmare destra di Sempio, la 37 sulla parete sinistra è quella del pollice sinistro dell’uomo della polizia giudiziaria. Subito dopo, rispettivamente alla traccia 44 e 46 viene repertato per due volte il palmo destro del militare, palmo che ritroviamo sempre sulla destra alla traccia n. 48.

La prima cosa che salta all’occhio è che evidentemente il carabiniere di Vigevano non indossava i guanti. La compresenza di queste tracce porta al ragionamento cronologico. Nella loro prima nota del luglio 2020 rispetto alla traccia 33 i carabinieri scrivevano che “è logico-fattuale che l’impronta sulla parete delle scale appartenga all’assassino”. Il dato cronologico è un’ipotesi di lavoro che dovrà essere supportata da altre evidenze. E che rischia di scontrarsi con alcuni elementi acquisiti negli atti che hanno portato alla condanna definitiva a 16 anni di Alberto Stasi. Uno su tutti: l’assenza di impronte di scarpe lungo le scale a far pensare che il corpo sia stato lanciato dall’alto. Per questo i carabinieri faranno l’analisi delle tracce di sangue. Il dato dell’assenza di impronte di scarpa da un lato potrebbe giustificare le tracce palmari del carabiniere che pur non indossando i guanti aveva forse invece i calzari, mentre dall’altro sposterebbe indietro nel tempo l’impronta di Sempio non collocandola sulla scena del crimine e spiegandola, semplicemente, col fatto che l’indagato, frequentatore di casa Poggi, sia sceso anche nella tavernetta. Inoltre se sei tracce lungo le scale hanno una identità, restano anonime altre 18. Di queste, sei sono state comparate nell’ultima consulenza ma senza esiti. Insomma, l’indagine non è semplice, soprattutto perché c’è già un colpevole definitivo. Oltre alla traccia 33, gli inquirenti attendono risposte dalla 10, un’impronta sporca individuata sulla porta d’ingresso vicino alla maniglia, la cui compatibilità dattiloscopica è stata certificata dai periti che però ne hanno escluso la comparazione con Sempio. Ma qui l’elemento importante è quello biologico. Quello “sporco” è sangue? Nella loro nota, i carabinieri scrivono: “L’eventuale comparazione positiva di questo contatto n. 10 (se fosse sangue) con quello di Stasi potrebbe fornire un ulteriore indizio a suo carico”, in realtà però confutando uno dei cardini del processo, ovvero che si sia lavato le mani nel lavandino. “Di contro – proseguono – un’eventuale esclusione di appartenenza a Stasi potrebbe far considerare la presenza di almeno un altro soggetto durante l’omicidio”. Esclusa la presenza di Dna di Sempio, l’ipotetico materiale biologico potrebbe essere di Chiara Poggi (ma anche qua chi lo avrebbe portato? Non Stasi) o dell’ignoto 1 identificato sui margini ungueali del cadavere assieme, secondo la Procura, a quello di Sempio.

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.