L’intervista

Liliana Segre, il figlio Luciano Belli Paci: “Mio padre missino? Mamma non sarebbe rimasta insieme a lui”

La storia della candidatura - Almirante lo convinse, ma mia madre ne soffrì molto e allora papà rinunciò

14 Agosto 2022

“Questa storia fa ridere, la tirano fuori ciclicamente per colpire mia madre, ma non regge a livello di logica: fu proprio lei a raccontare che quel fatto mise in crisi il matrimonio e le cose tornarono a posto perché mio padre abbandonò la carriera politica”. L’avvocato Luciano Belli Paci, figlio di Liliana Segre e Alfredo Belli Paci (scomparso nel 2008) trattiene a stento le risate. Ma la questione è purtroppo seria.

Avvocato Belli Paci, sua madre Liliana Segre ha invitato Giorgia Meloni a rimuovere la fiamma dal simbolo di FdI come concreto gesto di cesura con il passato. Ignazio La Russa le ha risposto ricordando la candidatura nel Msi di Alfredo Belli Paci, suo padre…

Beh, c’è chi ha fatto di peggio. Vittorio Sgarbi ha scritto che “la signora ha perso una buona occasione per tacere”, inventandosi un falso ruolo dirigenziale di mio padre nel Msi, di cui peraltro riesce anche a sbagliare il nome…

Cosa spinse suo padre a candidarsi?

Mio padre era un antifascista, dopo l’8 settembre 1943, da ufficiale dell’esercito, rifiutò di aderire alla Rsi e si fece due anni di campo di concentramento. Negli Anni 70, ingenuamente secondo me, aderì a un’iniziativa di cui oggi si è persa memoria che si chiamava “costituente di destra”, un’idea di Almirante per coinvolgere ambienti della destra liberale e sdoganare il Msi. Parteciparono liberali, democristiani, monarchici, perfino qualche ex partigiano.

Un’adesione che non fu senza conseguenze.

Lo raccontò mia madre da Fabio Fazio due anni fa, davanti a milioni di telespettatori. Quella scelta mise in crisi il loro matrimonio, la rottura rientrò quando mio padre tornò sui suoi passi scegliendo una volta in più sua moglie.

Eppure, due anni dopo, riecco la storia del “marito missino” usata per zittire Liliana Segre.

Una cosa ridicola. Mio padre non lo è mai stato. E se lo fosse diventato, difficilmente sarebbe stato ancora il marito di Liliana. Non regge nemmeno a livello logico.

Secondo Meloni la destra italiana “ha consegnato il fascismo alla storia da decenni”…

Gianfranco Fini andò ben oltre Giorgia Meloni. Parlò di fascismo come “male assoluto”, condannò le leggi razziali, visitò luoghi simbolo della resistenza, cambiò simboli e nomi. E per questo ha pagato un prezzo altissimo, perdendo buona parte dell’elettorato di riferimento. Se Giorgia Meloni vuole rendersi credibile, deve essere disposta anche lei a pagare un prezzo.

Giorgia Meloni ha affidato la sua “abiura” solo alla stampa estera…

All’estero il problema se lo pongono eccome: in un paese fondatore dell’Ue sta per andare al governo una forza politica non di centrodestra ma di destra-destra. I Le Pen in Francia non hanno mai vinto, in Italia è invece assai probabile che accada e questo in Europa fa paura.

In Italia, invece, meno…

Qui agisce la lunga opera di Berlusconi, che trent’anni fa seppellì la pregiudiziale antifascista benedicendo la candidatura di Fini, allora segretario Msi, a sindaco di Roma. L’elettorato di centrodestra italiano non ha questo cruccio, il tema fascismo è secondario.

Non sarà l’antifascismo ad essersi consegnato spontaneamente alla storia?

Purtroppo il rischio è quello.

Meloni ha condannato con fermezza le leggi razziali del 1938…

L’insistenza, che risale a Fini, di scorporare fascismo e antisemitismo, come se solo quest’ultimo fosse stato un crimine, ha un chiaro intento autoassolutorio. Il fascismo è stato un sistema organico di prevaricazione e violenza.

Sono spariti falci, martelli, scudi crociati, garofani e sol levanti. L’unico simbolo rimasto è la fiamma tricolore…

Ed è un simbolo che fu adottato dai nostalgici della Rsi. Che La Russa lo neghi fa sorridere.

Lei si definisce “socialdemocratico”. Ha ancora una famiglia politica?

Sono passato da Saragat ai Ds, a Sel, fino a LeU. Ma io sono sempre lo stesso. È la politica italiana ad essersi spostata sempre più a destra.

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