Senza cibo

Mascia: “Fossile, i nostri 50 giorni di sciopero della fame”

Il racconto della protesta: "Sciopereremo a oltranza finché nella Legge di Bilancio non succeda quello che avrebbe potuto e dovuto fare il governo, su suggerimento del ministro Cingolani: l’inserimento di una norma che tagli i Sussidi Ambientalmente Dannosi"

Di Gianfranco Mascia (scrittore ed ecologista)
6 Dicembre 2021

Ad oggi sono ben 50 giorni di sciopero della fame a staffetta che io e altre 40 persone abbiamo iniziato per convincere il Governo, e in particolar modo il ministro della Transizione ecologica Cingolani, ad eliminare i Sussidi Ambientalmente Dannosi riservati alle fonti fossili, quelli che causano l’aumento della Co2 causa del surriscaldamento del Pianeta. L’iniziativa si chiama “diamoci un taglio”.

Io personalmente ho iniziato in solitaria il 19 ottobre, ma il giorno successivo già si sono unite le prime persone. Dopo 10 giorni consecutivi di digiuno totale (senza cappuccini di pannelliana memoria, ma solo acqua e un paio di caffè senza zucchero al giorno) sono stato fermato dalla mia medica per problemi ai reni, poi ho ripreso in fasi successive e ad oggi ho “maturato” 25 giorni totali.

Ma dovete sapere che questi Sussidi Ambientalmente Dannosi vengono da lontano. Come dimenticare i famosi Cip6, nati nel 1992, in piena tangentopoli, quando Enel diventa una spa e non costruirà più centrali. Si demanda ai privati la produzione di energia, vendendola ad un prezzo “politico”: con gli incentivi che saranno prelevati direttamente dalle bollette degli italiani.

Tutto bene se è a fin di bene, ma è davvero così? Perché l’escamotage è finanziare l’energia “assimilata” alla rinnovabile. Ma che significa? Vuol dire semplicemente che vengono equiparati alle energie rinnovabili gli scarti di raffineria, i rifiuti e lo stesso gas naturale. Si racconta che la parola “assimilati” viene inserita da una manina nottetempo nella legge, mano di lobbista, nella “distrazione” totale dei parlamentari.

Ecco, da quasi trent’anni noi paghiamo in bolletta, alla voce che era definita A3, la produzione elettrica da energia fossile senza forse neanche saperlo: al 2001 ad oggi, ben 45,176 miliardi di euro. Questa dei Cip6 è solo una delle voci che compongono i Sussidi Ambientalmente Dannosi definiti così da una legge del 2015, nota come Collegato Ambientale, che oltre a promuovere misure di green economy per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse, ha incaricato l’allora ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare di predisporre, con cadenza annuale, un Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli.

Se sfogliamo l’ultimo catalogo disponibile dei SAD, notiamo cha la voce Cip6 costa ancora alla collettività 309 milioni di euro che si possono togliere immediatamente, come si possono eliminare in un batter d’occhio anche i contributi alle trivellazioni che, tra canoni e royalty non pagate dall’industria petrolifera, ammontano a ben 13 miliardi di euro.

Dirottare queste risorse verso le energie rinnovabili e l’economia circolare potrebbe favorire la nuova occupazione: centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, secondo la Fondazione Symbola. Senza parlare del risparmio ambientale e per il futuro del Pianeta. A chi pensa che iniziative come questa servano a poco mi tocca scomodare i “grandi”. Non solo Gandhi fece due grandi scioperi della fame uno contro il governo Britannico e uno contro le regole autocratiche della nuova India indipendente; ma ricordiamo anche le suffragette con i loro scioperi della fame nelle prigioni inglesi per ottenere il voto alle donne. E come dimenticare i Repubblicani Irlandesi, in particolar modo Bobby Sands che morì nel 1981, in carcere, scioperando per i suoi ideali. E tanti altri nostri contemporanei che utilizzano il digiuno volontario in Turchia, in Algeria e in Iran, per evidenziare le loro battaglie sulla democrazia e i diritti. Ecco perché, anche adesso, io sto digiunando e il gruppo complessivamente continuerà finche non si avrà la bella notizia che nella Legge di Bilancio ci sarà il taglio ai sussidi ai fossili.

Il ministro Cingolani, del resto, questo taglio dei sussidi ai fossili, lo ha promesso ripetutamente. Anche se forse non si rende conto che in realtà lui è il primo titolare di un ministero che dovrebbe, e potrebbe, fare la storia del nostro Paese. Lo stesso nuovo nome del dicastero “Transizione Ecologica” prelude ad un cambiamento epocale, che è promosso e proposto ormai da tre anni dalle e dai giovani attivisti dei Fridays For Future e di Extinction Rebellion. Anzi, a pensarci bene, quel nome del ministero non sarebbe stato cambiato senza le loro lotte.

Per questo è strano l’accanimento di Cingolani contro Greta e le altre e altri attivisti climatici, anche alla COP26 quando ha tuonato contro il “bla bla” di Greta: “Governi all’opera, eversivo negarlo”. Eversivo? E’ eversivo denunciare che i Governi hanno completamente ignorato i rapporti dell’IPCC che evidenziavano da più di trent’anni fa la necessità di agire contro il surriscaldamento del Pianeta? E’ eversivo denunciare che il nostro ministro della Transizione Ecologica ha collezionato più di 40 interviste ai quotidiani nazionali senza produrre uno straccio di decreto proveniente dal suo dicastero?

Senza parlare delle sue posizioni favorevoli al nucleare, al gas, all’abbattimento dei Lupi. Sarà per questo che qualcuno ha bollato il suo dicastero come quello della “Finzione ecologica”.

Comunque sia noi andiamo avanti, con la nostra “eversione”: sciopereremo a oltranza finché nella Legge di Bilancio non succeda quello che avrebbe potuto e dovuto fare il Governo, su suggerimento del ministro Cingolani: l’inserimento di una norma che tagli i Sussidi Ambientalmente Dannosi, non tutti subito, ma quella parte che non vada a danno delle classi meno forti (come gli agricoltori). Perché la conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile, come ammoniva Alex Langer, e quindi alla giustizia ambientale dobbiamo sempre affiancare quella sociale.

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