Aspettando Glasgow

La contro-Cop26 di Extinction Rebellion, a Milano con una mostra di opere dal mondo

L'obiettivo è promuovere un nuovo modo di comunicazione sulla crisi climatica. I lavori di 57 artisti da diversi Paesi, concesse in creative commons, saranno ospitate dal 27 settembre al 3 ottobre al Tempio del Futuro Perduto a Milano, accompagnate da proiezioni e da una conferenza internazionale

Di Extinction Rebellion Italia
28 Settembre 2021

Il 30 settembre si apriranno a Milano i lavori della pre-Cop, durante i quali i rappresentanti di quaranta nazioni porranno le basi per le negoziazioni sul clima ospitate a Glasgow (Cop26) il prossimo novembre. Quello che verrà concordato a Milano sarà dirimente per definire la politica mondiale sulla riduzione delle emissioni nel prossimo decennio. Il 2021 è un anno cruciale nella lotta al cambiamento climatico e la Cop26 è ritenuta l’ultima chance per evitare un’alterazione incontrollabile del clima.

Extinction Rebellion Italia (XR) sarà presente nelle strade di Milano in quei giorni, assieme a molti altri movimenti climatici italiani e internazionali. La grande verità è che la crisi è tale anche su un piano comunicativo: i governi non dicono la cruda verità sullo stato emergenziale del pianeta; le multinazionali tacciono, mistificano o peggio ancora, spingono all’inazione e alla dilazione temporale, l’ultimo ritrovato della loro strategia per perpetuare lo status quo come fior di analisti denunciano. I media hanno una voce ancora troppo flebile, soggiogata dai primi due attori ora descritti.

Ma i movimenti non si arrendono perché sanno di lottare per la vita. Per questo Extinction Rebellion Italia ha organizzato una mostra internazionale su Come comunicare la crisi eco-climatica ospitata dal Tempio del Futuro Perduto, in Via Luigi Nono, a Milano, dal 27 settembre al 3 ottobre. Gli spazi saranno visitabili tutti i giorni dalle 10 am fino a sera.

XR ha ricevuto oltre 150 opere da tutto il mondo. La curatrice e critica contemporanea Gabi Scardi ha selezionato i lavori di 57 artisti internazionali che hanno risposto alla call ideata e promossa lo scorso agosto. I contributi sono arrivati da Australia, Inghilterra, Scandinavia, Olanda, Germania, Polonia, Francia, Argentina, Italia, Brasile, Spagna, Israele e oltre. Un segnale evidente che c’è voglia di comunicare e soprattutto di comunicare in maniera differente su un tema cruciale che solo la politica continua a farcire di fossile e nucleare mentre la sesta estinzione di massa, la più rapida e stravolgente della storia del Pianeta Terra, avanza e sbaraglia l’umanità, l’homo sapiens.

Le opere sono tutte creative commons, a disposizione di chiunque voglia affrontare l’emergenza in maniera differente. Una narrativa nuova, che racconti la crisi eco-climatica attraverso l’ironia, ricorrendo a immagini e messaggi stimolanti. La scienza della comunicazione, del resto, evidenzia come la comunicazione usata ad oggi incuta soprattutto paura, ansia e attivi meccanismi psicologici di autodifesa e rimozione.

Invece serve consapevolezza e partecipazione e questa esposizione artistica punta esattamente a questo, è un contributo al cambio di paradigma. L’esposizione è accompagnata ogni giorno da proiezioni, performance, incontri e confronti con artisti, attivisti, scienziati internazionali e un contributo dal Festival dei diritti umani con proiezioni di corti su giustizia sociale e ecologica.

Importantissima, in questa cornice, la conferenza di mercoledì 29 settembre alle 18. Il tema, dirimente, della comunicazione verrà affrontato attraverso le voci internazionali di Roger Hallam, tra i fondatori di Extinction Rebellion, di George Marshall, senior di Greenpeace e Rainforest Foundation, attivista, scrittore, docente, Anna Castiglione, ricercatrice e psicologa ambientale, Paolo Inghilleri, professore ordinario di psicologia sociale all’Università degli Studi di Milano.

Come comunicare la crisi eco-climatica: un percorso che avvia Milano, che abbraccerà Glasgow e che proseguirà nel mondo, tra la gente, dove è giusto che sia, per acquisire consapevolezza e pretendere il necessario cambiamento sistemico.

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