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Porto di Cagliari. Da Londra a Nuoro, tremano i 207 del terminal in mano a una società misteriosa

7 Settembre 2020

Si tinge di giallo il dramma dei 207 lavoratori del terminal container del porto di Cagliari, licenziati un anno fa dal concessionario, la multinazionale tedesca Contship, che ha rescisso il contratto preferendo puntare su Tangeri. A poche ore dalla scadenza della cassa integrazione, l’Autorità Portuale presieduta da Massimo Deiana, accademico in quota Pd, ha annunciato d’aver ricevuto, dopo vari tentativi andati a vuoto, un’istanza della “società di diritto inglese Pifim, in avvalimento con la Port of Amsterdam International”.

La società olandese, emanazione dell’Autorità Portuale di Amsterdam, non ha risposto alle nostre domande, anche a fronte dei pochi enigmatici elementi reperibili sull’identità della capogruppo, sconosciuta al settore portuale.

Sul suo sito Pifim si presenta come un fondo di investimenti con 400 impiegati, ma le tracce della sua esistenza sono scarse. L’indirizzo londinese corrisponde a un immobile per il quale si cercano affittuari. Fra i pochi documenti rintracciabili sul locale registro delle imprese si vede un conto economico 2018 negativo per 300mila sterline e un prospetto finanziario “sintetico e non certificato” (e incongruente col primo documento) da cui risulterebbe una disponibilità liquida di 100 milioni di sterline. Dall’unico recapito email arriva un no comment e la precisazione di una presenza in Italia “nel settore dell’alluminio, con un gruppo di compagnie strategiche che impiegano 400 persone”.

Il primo direttore, nel 2016, fu Fabio Castaldi, avvocato di stanza a Londra, esperto di fiduciarie e diritto internazionale. Con oltre 240 società dai non chiari fini create negli ultimi 10 anni, Castaldi risulta avere diversi guai giudiziari: è a processo a Vicenza e a Catania per riciclaggio.

Tornando a Pifim, dopo un paio di passaggi l’amministratore diviene nel 2017 il nuorese Davide Pinna, affiancato dalla concittadina Anna Maria Corrias. Proprio a Nuoro esiste una Pifim Srl, di cui Pinna e Corrias a fine febbraio hanno ceduto il capitale a tal Antonino Ninniri, domiciliato allo stesso indirizzo di Bolotana (Nu) a cui è domiciliato Pinna. Pifim è formalmente attiva (1 addetto) nel settore della consulenza e controlla due società (Pifim Factory e Pifim Re) amministrate da Pinna, risultanti inattiva in un caso e nell’altro sprovvista di bilancio (come la capofila dal 2016 del resto).

Malgrado tutto ciò Deiana, in cerca di rinnovo del mandato in scadenza a dicembre, non si scompone: “La valutazione dell’incartamento è all’inizio, ma i sopralluoghi condotti dagli offerenti nei mesi scorsi dimostrano grande competenza. E c’è l’avvalimento di Port of Amsterdam: ci sono ottime prospettive”. Sarà. Ma ieri, “malgrado la possibile proroga della cassa integrazione concessa da Dl Agosto”, denunciano Cgil, Cisl e Uil, Contship s’è rifiutata di procedere al congelamento dei licenziamenti (e di commentare). E, descritta l’alternativa, il futuro ai portuali cagliaritani è apparso assai incerto.

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