l’inchiesta

Popolare di Bari, il figlio dell’ex numero uno Jacobini e l’ex ad Papa tra gli indagati del crac Fusillo

Insieme al condirettore Loperfido avrebbero contribuito ad aggravarne lo stato di dissesto erogando 140 milioni

22 Dicembre 2019

L’inchiesta sulla Popolare di Bari si allarga e la Procura del capoluogo pugliese indaga per corruzione l’ex presidente dell’istituto Marco Jacobini, dimessosi nel luglio di quest’anno. Il filone in realtà risalirebbe all’inizio dell’estate. Adesso a Jacobini è stato notificato un avviso di proroga delle indagini. Nessun dettaglio al momento su chi sarebbe il destinatario della presunta corruzione o in cosa si sarebbe concretizzata.

La Procura di Bari ha, invece, iscritto nel registro degli indagati per concorso in bancarotta fraudolenta delle società del gruppo Fusillo di Noci (Bari) l’ex ad della Pop Bari, Giorgio Papa, Gianluca Jacobini ex condirettore generale dell’istituto e figlio dell’ex presidente e Nicola Loperfido ex responsabile della direzione crediti. La banca, è l’ipotesi dei pm, avrebbe contribuito al dissesto delle società continuando a erogare credito e così aumentandone i debiti. Nei confronti di Jacobini e Loperfido il 12 dicembre scorso, il cda ha avviato le procedure per un’azione di responsabilità. L’attenzione della magistratura barese sul loro coinvolgimento nel crac delle società del gruppo Fusillo risale all’estate scorsa quando la GdF, su disposizione del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del sostituto Lanfranco Marazia, ha eseguito perquisizioni nelle sedi delle società poi dichiarate fallite e nella direzione generale della banca.

Le indagini della GdF “hanno consentito di far emergere il ruolo di Pop Bari – spiegavano gli inquirenti già al momento delle perquisizioni – quale principale creditore delle imprese sottoposte a procedura concorsuale, risultate esposte con l’istituto di credito per una cifra di poco inferiore ai 140 milioni di euro, a seguito delle ingenti linee di credito elargite negli anni”.

Non ci sono invece ancora dettagli sul filone che coinvolge Marco Jacobini. Secondo Repubblica, che ha anticipato la notizia, gli indizi avrebbero a che fare con i rapporti che l’ex presidente ha avuto con la Vigilanza di Banca d’Italia, mentre fonti della Procura di Bari, riporta il Corriere, confermano di essere al lavoro per ricostruire i dettagli sulle ispezioni del 2016-2017.

Rapporti tra Pop Bari e Bankitalia diventati più fitti a fine 2013 quando si discuteva dell’acquisizione di Banca Tercas, vivamente caldeggiata, in pratica ordinata da Bankitalia. La richiesta arriva nell’autunno 2013, mentre gli ispettori di Via Nazionale sono a Bari. Il 17 ottobre, il presidente Jacobini presiede il Cda “per fornire le informazioni necessarie ad assumere le determinazioni sull’invito della Banca d’Italia per un eventuale intervento di salvataggio di Tercas”, anche se si avvisa che malmessa. Nessun accenno al fatto che la Vigilanza, dal 2010 ha vietato a Bari le acquisizioni. Una settimana dopo, il capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo comunica i risultati negativi dell’ispezione. Il giorno stesso la Popolare invia a Tercas una lettera per aprire le trattative. A giugno 2014 Bankitalia toglie il divieto e a luglio l’acquisizione si chiude. Pop Bari non si riprenderà più, fino al commissariamento deciso da Bankitalia il 13 dicembre.

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.