Ente di ricerca

Il caso Crea: la nuova sede romana strapagata, con problemi d’agibilità

Procedura informale, soldi a palate e ora va lasciato

11 Agosto 2018

Un immobile selezionato in modo informale, pagato a peso d’oro, contaminato da radon e amianto. È il caso della sede del Crea. Il poco conosciuto Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), dovrebbe essere un centro d’eccellenza scientifico. È però anche un carrozzone da 2mila dipendenti, titolare di 86 aziende agricole per 5.300 ettari di superficie, che ne fanno la seconda azienda agricola italiana (dopo Bonifiche ferraresi). Nel 2015 il commissario (l’ente era sotto reggenza dal 2011) Salvatore Parlato, decide di cambiare la sede centrale di Roma, anche per accorpare le due strutture Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltura). A vigilare è il ministero dell’Agricoltura, allora guidato da Maurizio Martina. Non si ritiene che esista un immobile pubblico adatto per le 400 persone da sistemare e la selezione della nuova sede viene affidata al direttore generale dell’ente, Ida Marandola (moglie di Francesco Biava, capo segreteria di Gianni Alemanno, An, quando era ministro dell’Agricoltura).

La procedura, secondo i documenti ufficiali, è questa: Marandola guarda po’ di siti internet e poi fa una richiesta informale, a nove operatori, per un palazzo tra i 9 e i 12 mila metri quadrati; ne scarta 8 per “proposte inadeguate” e decide per un immobile in via Po 14, offerto dall’agenzia Tft immobiliare. Costo: 3 milioni annui di affitto, per una superficie “ragguagliata” (cioè compresi balconi, scale, pianerottoli etc.) di 9.800 metri quadrati. Per fare un confronto, l’Ispettorato del lavoro ha recentemente affittato una sede nella centralissima Piazza della Repubblica, di metratura simile, per 950mila euro l’anno. Non finisce qui. In seguito si scopre che nel palazzo c’è un problema di radon (gas cancerogeno) e di amianto; alcuni locali sono inagibili. Il risultato è che il cda di Crea fa causa al fondo Prelios, ex proprietario dell’immobile (ora è di Dea Capital sgr), e che l’ente deve cercarsi un’altra sede. Una vicenda che fa sorgere parecchie domande.

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