Marcello Barison

Marcello Barison

Filosofo

Mi definirei filosofo felicemente itinerante. Ho studiato a Padova, Berlino, Napoli e Friburgo. Dopo il dottorato,per un paio d’anni ho insegnato Estetica all’Università di Ferrara, poi alla Columbia University (New York) ed ora, complice l’ennesimo concorso universitario contraffatto, vivo prevalentemente negli Stati Uniti, dove lavoro alla University of Chicago. Giovane ma non troppo, non ho comunque idea di che cosa farò da grande. Nel frattempo, per impertinente grafomania ho partorito più di un libercolo, tra cui: La Costituzione metafisica del Mondo; L’opera e la terra e Sulla soglia del nulla. Mark Rothko: l’immagine oltre lo spazio. Ho poi curato l’edizione italiana degli scritti teorici di Paul Klee (Teoria della forma e della figurazione, voll. I e II) nonché la traduzione di un volume di Heidegger dedicato a Ernst Jünger, che raccoglie alcuni tra i suoi più precoci ‘deliri’ sul rapporto tra tecnica, politica e nichilismo. Insomma: ho fatto tutta una serie di cose di cui dovrei forse pentirmi, eppure non mi riesce di smettere. Intanto divido il mio tempo piuttosto equamente tra filosofia, arte e letteratura, lasciandomi in generale conquistare da tutto ciò che stuzzica l’intelligenza. Amo dipingere, la Piccola Biblioteca Adelphi, L’uomo senza qualità, gli uomini con molte qualità, Alain Resnais, la prosa polimorfica di Thomas Pynchon, l’elegiaca concettualità del sushi e la penombra mentale di cui era sciamano Manganelli. Ho un unico sogno ricorrente: il monolite nero di 2001: Odissea nello spazio.
Il motto di questo blog? Un verso di Borges: «Chi legge le mie parole sta inventandole».
Ho un sito internet in perenne decostruzione: www.marcellobarison.com

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