Caro prof Crisanti, mi spiace che nessun collega ti abbia mai smentito sui concorsi pilotati: eccomi!
Caro Professor Crisanti, caro Collega,
le percentuali che hai citato in Senato sono vere e preoccupanti, i problemi ci sono e ne ho anche denunciati in questo blog. Ma le generalizzazioni offensive no, non le accetto.
Nessun collega ti ha mai smentito? Eccomi! Sono stato in decine di commissioni di concorso; sulla correttezza di tutti quei concorsi sono assolutamente sereno e in molte occasioni il vincitore fu una sorpresa. Perché non sempre? – dirai tu – e questo è un punto da esplorare.
In Italia abbiamo ancora il meccanismo per cui, per bandire un posto, occorre avere a disposizione il budget necessario. Per esempio, se il dipartimento X vuole bandire un posto da ordinario, deve mettere sul banco un “punto budget”, corrispondente allo stipendio di un ordinario; in teoria quel punto l’avrà avuto per pensionamenti, decessi o per una delle magre distribuzioni ministeriali. Ma nella pratica forse il dipartimento X quel punto non ce l’ha: magari ha solo 0,3 punti. Allora si fa prestare 0,7 dal dipartimento Y, perché conta che il professore associato Caio, suo membro, sia sufficientemente maturo per vincere.
Siccome un associato vale 0,7, se Caio vince allora il suo 0,7 va a integrare lo 0,3 già presente. Si restituisce il prestito di 0,7 al dipartimento Y e tutti sono felici. Potrei elencare esempi in cui Caio non ha vinto, causando un casino mondiale all’imprudente dipartimento X. Il più delle volte, però, Caio è effettivamente il più forte sul mercato (magari ha aspettato anni e partecipato a diversi altri concorsi) e questo comporta un fenomeno che giustamente denunci: la scarsa mobilità.
Sono sempre stato d’accordo su chi ha vinto nei concorsi dove ero in commissione? Certo che no! Una volta ho anche fatto “relazione di minoranza”. Ma questo non vuol dire che ci fosse un illecito. Il giudizio di una commissione è influenzato dalla scuola di appartenenza: se la maggioranza dei commissari è – per esempio – di Geometria combinatoria, ecco che la produzione scientifica in Geometria combinatoria è valutata meglio di quella – per esempio – in Topologia generale. Sono molto più frequenti forzature come questa che non per motivi di nepotismo; semmai c’è un “nepotismo culturale”.
Ma non c’è un modo di valutare oggettivamente la produzione scientifica? Ah, questo è il sogno dei burocrati, e allora in commissione si impiega un sacco di tempo a compilare fogli Excel di punteggi sulle varie voci e sui vari articoli scientifici. Ma il valore scientifico non è misurabile in modo preciso. Mi spiego: ci sono gli “indicatori bibliometrici” che vorrebbero fornire proprio questa valutazione. Non c’è dubbio – secondo me – che Caio, con 337 citazioni dei suoi articoli, sia superiore a Tizio che ne ha sei, ma non è pensabile che debba essere considerato superiore a Sempronio che ne ha 331. Ci sono discipline con grandi platee e altre più di nicchia, anche nello stesso raggruppamento concorsuale. Il guaio è che, per evitare un’ingiusta graduatoria fra Caio e Sempronio, si cancella anche quella fra Caio e Tizio.
Mi dispiace, caro Crisanti, che tu non abbia avuto il piacere che ho avuto io, come presidente di commissione, di comunicare la vittoria a un giovane che assolutamente non se l’aspettava. Ah, per la cronaca: mi laureai a Modena e prima di venire a Bologna vinsi la cattedra a Napoli, su un posto che era stato “pensato” per un altro pur bravo collega; quest’ultimo, quando mi conobbe, mi disse: “Qui a Napoli forse non conosci nessuno. Vieni a cena a casa mia”. Figùrati come festeggiammo, anni dopo, quando andò in cattedra anche lui (e no, non ero in commissione). Perché non so a Medicina, ma a Matematica ci sono ancora dei Signori.