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Valditara contro le scuole che ospitano Francesca Albanese, 107 genitori scrivono a Mattarella: “Indifferenza non protegge i ragazzi”

Anche le mamme e i papà dell’istituto “Mattei” di San Lazzaro di Savena (Bologna) si schierano a difesa della relatrice Onu e della prof che ha organizzato l'incontro
Valditara contro le scuole che ospitano Francesca Albanese, 107 genitori scrivono a Mattarella: “Indifferenza non protegge i ragazzi”
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Dopo gli incontri online tra gli studenti e Francesca Albanese – seguiti dall’invio degli ispettori da parte del ministro Valditara – anche le mamme e i papà dell’istituto “Mattei” di San Lazzaro di Savena (Bologna) si schierano a difesa della loro scuola. Con una lettera pubblica indirizzata al Quirinale, i genitori degli alunni difendono la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati; ma anche la professoressa che ha organizzato la lezione con gli alunni della scuola.

Nella missiva – spedita al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministero dell’Istruzione e del Merito e alla cittadinanza – i genitori scrivono: “Ci sentiamo in dovere di esprimere profonda solidarietà a tutte quelle docenti e quei docenti che quotidianamente lavorano insieme alle nostre figlie e ai nostri figli, per insegnare loro a trovare i criteri e le parole per saper dire e valutare il mondo, in tutti i suoi molteplici aspetti, e per metterli in grado di soppesare gli eventi che vi accadono attraverso lo scambio di libero pensiero plurale e l’apporto di riflessione critica”.

A scatenare la polemica nei giorni scorsi è stato l’annuncio del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, sull’intenzione di inviare gli ispettori del dicastero anche al “Mattei” dopo i casi registrati in Toscana. A schierarsi dalla parte della collega sono stati prima 126 su 155 professori del “Mattei”, con una nota al preside della scuola Roberto Fiorini e al Capo dello Stato.

Ora a prendere posizione sono 107 genitori che presa carta e penna hanno alzato la voce: “I ‘nostri’ docenti devono occuparsi di tutto: dall’educazione stradale alla prevenzione degli abusi di alcool, droghe, gioco d’azzardo. Devono occuparsi di mafie e di violenza alle donne, dell’educazione affettiva. Attivano iniziative per le giornate di commemorazioni civili. La scuola, insomma, si occupa del mondo a 360 gradi. Dunque, se il legislatore affida questo valore alle comunità educanti, lo stesso occorre che si faccia anche noi genitori. Noi affidiamo alla scuola le nostre figlie e i nostri figli riconoscendo alla scuola stessa il ruolo fondamentale di cerniera fra la famiglia e il mondo circostante”.

L’ufficio scolastico regionale ha chiesto agli ispettori di verificare il rispetto della circolare del ministero dell’Istruzione e del merito con cui si sono invitate le scuole a organizzare attività scegliendo relatori con contraddittorio. Un richiamo che non è piaciuto alle famiglie degli allievi del “Mattei” che replicano con queste parole: “Sottrarre i nostri ragazzi al torpore dell’inerzia, sottrarli al ritrarsi, alla noia paralizzante dell’indifferenza. L’indifferenza non protegge i nostri figli, tutt’altro, si ritorce contro di loro come un boomerang che li paralizza, li infantilizza, li induce a rimanere piccoli e impauriti, sfiduciati dinanzi a un mondo che spesso viene dipinto come pericoloso, minaccioso, in ultima istanza da cui ritrarsi. Crediamo, invece, che la scuola non debba tradire il suo carattere costitutivo di comunità aperta. La scuola non può presentarsi come una fortezza monocratica e gerarchica, identica a sé, chiusa, difesa contro il mondo che le gira attorno”. La lettera termina con un appello alle docenti e ai docenti: “Aprite i ragazzi al mondo! perché questo è, e deve continuare a essere, il vostro compito. Quello che la Costituzione vi impone”.

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