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Ryanair, multa dell’Antitrust da 255 milioni: “Abuso di posizione dominante”

Le accuse riguardano il periodo tra aprile 2023 e aprile 2025: la compagnia avrebbe imposto ostacoli alle agenzie di viaggio fisiche e digitali
Ryanair, multa dell’Antitrust da 255 milioni: “Abuso di posizione dominante”
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E alla fine, dopo le indagini antitrust, è scattata la multa per Ryanair. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha condannato la compagnia aerea a pagare oltre 255 milioni di euro per abuso di posizione dominante dall’aprile del 2023 ad almeno l’aprile del 2025. Una constatazione che deriva anche dalle quote di mercato di Ryanair, la quale trasporta circa il 40% dei passeggeri nelle rotte da e per l’Italia. Una dominanza che, nella visione dell’autorità, ha consentito – secondo l’authority – alla compagnia di agire in modo indipendente da concorrenti e consumatori.

L’accusa principale era che Ryanair attuasse una strategia per ostacolare alle agenzie di viaggio l’acquisto di voli sul sito ryanair.com: tutti ostacoli che favoriscono l’acquisto di biglietti direttamente dai passeggeri, a discapito dell’intermediazione offerta dalle agenzie.

Prima di tutto, secondo l’Antitrust, Ryanair ha imposto delle procedure di riconoscimento facciale ai consumatori che compravano i biglietti tramite agenzie fisiche. Successivamente, ha bloccato le prenotazione delle agenzie digitali – come Booking ed Expedia – con il blocco dei metodi di pagamento e la cancellazione degli account riconducibili a esse.

Infine, Ryanair ha imposto delle partnership alle agenzie di viaggio digitali e l’utilizzo della piattaforma Travel Agent Direct alle agenzie fisiche: ostacoli che hanno impedito alle agenzie di offrire i voli in combinazione con altri servizi legati al turismo. Come armi, Ryanair ha utilizzato il blocco intermittente delle prenotazioni e una campagna di comunicazione aggressiva nei confronti delle agenzie.

Secondo l’Antitrust, tutte queste condotte hanno comportato una diminuzione della vendita di biglietti per le agenzie tradizionali e del traffico internet per quelle digitali. Una situazione che penalizza l’offerta nel mercato del turismo e riduce la concorrenza tra le agenzie, peggiorando la quantità e la qualità dei servizi offerti ai consumatori.

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