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Per le banche dopo il "contributo" arriva il regalo - 9/11

Il bilancio finale dopo giorni di riscritture. Premi per proprietari di casa e imprese, balzelli per diverse categorie di consumatori, stretta sulle uscite anticipate dal lavoro, più spazio alla previdenza complementare privata per la gioia delle banche, aiuti last minute alle scuole paritarie, salvate le holding mentre raddoppia la tassa a carico di chi compra e vende azioni italiane. Tagliati fondi per i farmaci innovativi e per la dirigenza medica
Per le banche dopo il "contributo" arriva il regalo - 9/11
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Per le banche dopo il “contributo” arriva il regalo

Le banche, reduci da anni di profitti record, dovranno pagare un po’ più tasse: l’aliquota Irap per loro e per le compagnie assicurative salirà di 2 punti, saranno spinte ad anticipare (dietro pagamento di un contributo straordinario) la distribuzione dei dividendi messi a riserva per evitare la sfortunata tassa sugli extraprofitti varata nel 2023 e si vedranno rinviare di un altro anno l’utilizzo dei crediti fiscali differiti. Misure che rischiano di tradursi in minor credito alle imprese e maggiori costi per le famiglie. In compenso all’ultimo miglio della manovra gli istituti hanno incassato il via libera a una misura che potrebbe favorirle non poco: la portabilità del contributo del datore di lavoro alla previdenza complementare anche quando il lavoratore decide di iscriversi a un fondo privato è un bell’assist a piani individuali e fondi pensione aperti offerti da istituti finanziari e assicurativi.
Mentre si stringe sulla pensione pubblica, si amplia lo spazio della previdenza complementare. Il silenzio-assenso per i neoassunti e la portabilità del contributo datoriale anche verso fondi privati favoriscono un maggiore afflusso di risorse verso fondi pensione, banche e assicurazioni. Una scelta che sposta progressivamente il baricentro del sistema previdenziale dal pubblico al privato.

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